
La raffineria di cocaina in un seminterrato. Trovate due pistole nascoste nel divano
Una raffineria della cocaina in una palazzina bianca a due piani. Un vero e proprio laboratorio in una stradina senza uscita della periferia di Lentate sul Seveso. Lì sono arrivati, lunedì pomeriggio, gli investigatori dell’Antidroga della Squadra mobile, dopo aver monitorato per giorni gli spostamenti della Fiat Tipo guidata da F.K., ventinovenne albanese incensurato: nel seminterrato, gli agenti hanno trovato una camera di essiccazione, maschere con filtri, fornelli a microonde, ventilatori elettrici, bacinelle, diversi chili di sostanza da taglio, quattro latte di acetone, bilanci e macchine per il sottovuoto; senza dimenticare 700 grammi di coca già suddivisi in dosi e due armi. L’operazione si è conclusa con l’arresto di K. e dei due presunti complici connazionali S.A. di 40 anni e B.T. di 51, anche se quest’ultimo è stato poi scarcerato a valle dell’udienza di convalida.
Andiamo per ordine. Nei giorni scorsi, gli specialisti di via Fatebenefratelli, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Massimiliano Mazzali, hanno "agganciato" la Tipo guidata da K. e hanno iniziato a seguirla, sospettando che il ventinovenne fosse coinvolto in attività illecite. Alle 18 di lunedì, i poliziotti hanno fermato l’auto a Seveso: l’uomo aveva con sé 500 euro e due smartphone. Quando gli hanno chiesto l’indirizzo di residenza, lui ne ha fornito un altro rispetto a quello di Lentate, ma gli agenti si sono comunque diretti verso quell’appartamento, affittato a suo nome, trovandoci il quarantenne A. e il cinquantunenne T., entrambi con precedenti. Oltre alla strumentazione per "lavorare" lo stupefacente, gli investigatori hanno scovato in un divano due pistole semiautomatiche: una 9x21 con matricola abrasa e una Beretta 9x21 modello 92FS rubata il 19 novembre 2023 in provincia di Cuneo. A blitz concluso, i tre albanesi sono stati ammanettati e portati in cella. Gli arresti sono stati convalidati dal gip del Tribunale di Monza Gianluca Tenchio, che ha disposto la misura cautelare del carcere per K. e A. e l’immediata liberazione di T., scagionato dagli altri due (pare fosse lì per discutere di problemi familiari). Le indagini andranno avanti per ricostruire il giro d’affari. Nicola Palma