BARBARA CALDEROLA
Cronaca

La quinta della Martesana. Nuova Casa di comunità

Oltre 250 accessi giornalieri per la struttura di via San Francesco a Pioltello "Punto di riferimento del territorio. Potenziamo prevenzione e assistenza".

La quinta della Martesana. Nuova Casa di comunità

La quinta della Martesana. Nuova Casa di comunità

Quinta in Martesana, ottava dell’Asst di zona, da ieri pomeriggio Pioltello ha la propria Casa di comunità in via San Francesco. A tagliare il nastro, il direttore generale Francesco Laurelli e la sindaca Ivonne Cosciotti. Con oltre 250 accessi giornalieri la struttura è un punto di riferimento per tutto il territorio. "Con questo polo potenziamo le attività di prevenzione, promozione della salute, di assistenza, di prossimità e di presa in carico per una risposta più veloce e appropriata ai bisogni dei cittadini. Ciascuno avrà il proprio percorso", spiega il manager. Tra i servizi a disposizione, il nuovo Punto unico di accesso, dove si valuta il caso, l’Assistenza domiciliare, Scelta e revoca, il Centro vaccinale. Al via anche gli ambulatori infermieristici, la medicina legale e il consultorio famigliare. All’interno della Casa troveranno posto anche gli ambulatori degli medici di famiglia e la continuità assistenziale, l’ex guardia medica. "Parlare di sanità significa confrontarsi con un tema delicato, se si ha bisogno di un medico vuol dire che non si sta bene – sottolinea Cosciotti -. Ci sono in ballo i temi della prevenzione e della gestione della malattia, che devono vedere la sanità territoriale al primo posto. A Pioltello siamo stati un po’ visionari, questa intuizione l’abbiamo avuta quando dieci anni fa nasceva il polo Don Franco Maggioni, unendo la vecchia Asl con servizi privati, come Auxologico e varie altre realtà con la possibilità di dare così al paziente una risposta più completa alle proprie necessità. Oggi con questa Casa ampliamo la gamma: è importante la presenza di un Cup, il Centro unico di prenotazione, che ci auguriamo snellisca il problema delle liste d’attesa". La struttura, che si sviluppa su circa 600 metri di superficie, è stata al centro di un profondo restyling finanziato dai fondi del Pnrr: 229mila euro per rifare gli ambienti, più 18mila euro dal Fondo opere indifferibili, più altri 61mila per la nuova Centrale operativa territoriale, terzo pilastro della riforma dopo case e ospedali di comunità, alla quale è affidato il compito-chiave di gestire le dimissioni protette dei pazienti fragili e di affiancare le famiglie nella cura che avrà sempre sede qui.