
I lavoratori in presidio davanti allo scalo con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil per chiedere risposte sul loro futuro
I locali hanno chiuso i battenti e i lavoratori si sono radunati, davanti alla stazione Centrale di Milano, con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil.
Chiedono, tra la folla frettolosa dei viaggiatori, risposte sul loro futuro, visto che è iniziato il conto alla rovescia verso la chiusura del Bar Centrale, del Gran Bar e del Burger King, strutture al piano binari dello scalo dove hanno lavorato per anni. "Nonostante l’impegno e la disponibilità della Prefettura e del Comune di Milano si avvicina sempre più il licenziamento collettivo che coinvolgerà 68 lavoratrici e lavoratori che operano presso la ristorazione commerciale sotto sfratto", spiega la Filcams Cgil di Milano. "Siamo scesi in campo insieme alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti, insieme a Fisascat-Cisl e Uiltucs, perché vogliamo mandare un messaggio chiaro a Sarf e a Grandi Stazioni: noi facciamo sul serio". Valeria Cardamuro, segretaria Uiltucs Lombardia, spiega che "lo sciopero è riuscito", e la dimostrazione sono le saracinesche abbassate dei tre locali. In gioco c’è il futuro di 68 dipendenti della Sarf Spa, società che da oltre 40 anni gestisce tre ristoranti al piano binari dello scalo (Bar Centrale, Gran Bar e Burger King) finiti sotto sfratto. Locali che, nelle prossime settimane, dovranno chiudere i battenti, con conseguente licenziamento collettivo. Ieri si è tenuta la prima di una serie di giornate di sciopero proclamate dai sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil.
"I locali sono di proprietà di Grandi Stazioni Retail Spa – spiegano Isabella Tonoli (Cgil), Alessandro Ingrosso (Cisl) e Valeria Cardamuro (Uil) – che ha scelto di disinteressarsi totalmente del problema e della sua responsabilità sociale. Grandi Stazioni è intenzionata a ristrutturare e parzialmente cambiare la destinazione d’uso di diversi spazi ma non ha nessuna intenzione di mettere nelle condizioni il sindacato affinché possa aprire un tavolo di discussione e cercare di ridurre così al minimo l’impatto sociale di questa triste vicenda".
Strategie e un risiko legato agli spazi (complessivamente lo scalo ospita circa 130 unità commerciali con 1.100 persone impiegate) che ha lasciato nell’ombra la sorte di chi in quei bar ci ha lavorato per anni. "Tali chiusure non sono riconducibili ad azioni o decisioni dirette della società – precisa Grandi Stazioni Retail – ma sono dovute esclusivamente alla conclusione dei contratti di affitto in essere, definita a seguito di un accordo transattivo tramite il quale è stato definito il rilascio anticipato dei locali a fronte di significative rinunce economiche da parte di Gsr". La società, quindi, "non ha alcun ruolo nella gestione diretta del personale, che dipende da Sarf". Intanto è iniziata una mobilitazione che porterà, nelle prossime settimane, ad altre iniziative di protesta.
A.G.