MAURIZIO CUCCHI
Cronaca

La poetessa Emilia Barbato, il tram più antico e le eleganti botteghe

Via Venini è una strada molto lunga del quartiere NoLo (nord di Loreto), e io la percorro quasi tutta, per incontrarmi con Emilia Barbato, poetessa di cui ricordo "Primo piano increspato", opera di una naturale eleganza raffinata

Cucchi Via Venini è una strada molto lunga del quartiere NoLo (nord di Loreto), e io la percorro quasi...

Cucchi Via Venini è una strada molto lunga del quartiere NoLo (nord di Loreto), e io la percorro quasi...

Milano, 31 dicembre 2024 – Via Venini è una strada molto lunga del quartiere NoLo (nord di Loreto), e io la percorro quasi tutta, per incontrarmi con Emilia Barbato, poetessa di cui ricordo "Primo piano increspato", opera di una naturale eleganza raffinata. Da piazza Caiazzo, cammina cammina, arrivo a quello che è quasi il tratto finale. Ho percorso circa due chilometri e all’appuntamento arrivo "un po’ stanchino", ma presto mi riprendo. "Qui in via Venini, dove abito - mi dice Emilia – suona la campanella del più antico tram di Milano. Lungo la strada fioriscono piazza Morbegno e due ciliegi, casa Lavezzari, degli architetti Lingeri e Terragni". A conferma che non solo nei luoghi più celebri della nostra città ci sono elementi di nobiltà che si mescolano alla quotidianità popolare.

Su questo, Emilia aggiunge: "Poco più avanti, schiamazzano gli avventori dei bar, i tavoli da ping pong, e i bambini. Il mio quartiere continua a conservare la sua anima periferica e familiare". A una realtà semplice appartengono, naturalmente, anche momenti della vita della nostra poetessa: "Da Domenico e Anna, ogni sabato, ritrovo buoni consigli e un’accoglienza amicale, Clemente e Massimo mi preparano il caffè con musica anni Ottanta e da Ignazio i sapori del sud ritornano tra risate e attenzioni. Superato il passante ferroviario, un vero e proprio paese si apre nel cuore della grande città. È Greco".

E del resto, fino a circa cent’anni fa, Greco figurava ancora come comune autonomo, indicato nelle stesse carte d’identità. Lo dico alla mia guida, che ne sorride un poco stupita, mi fa un cenno alla vicina Martesana e alle botteghe della zona: "Qui tutti si conoscono, i negozi hanno il fascino del tempo e Rossella, in una piccola cartoleria, vende i suoi articoli: le medesime cose di quando frequentavo le medie restano stipate e nascoste tra gli scaffali". E qui la saluto ripensando al senso di precarietà del vivere che attraversa la sua poesia, partendo dalle "regioni recondite del cuore".