La gara per aggiudicarsi i lavori nell’ex caserma Montello torna a essere una corsa a due. Sì, perché il consorzio escluso cinque mesi fa dalla procedura negoziata è stato riammesso dai giudici del Tribunale amministrativo, che hanno accolto l’istanza presentata dal raggruppamento temporaneo d’imprese guidato da Conpat scarl. Ciò vuol dire che la procedura dovrà essere rifatta per vagliare entrambe le offerte e stabilire quale sia la migliore. "C’è il solito ricorso al Tar, che spero si pronunci rapidamente", aveva detto meno di due mesi fa il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini al termine di un sopralluogo in via Caracciolo.
Ora il verdetto è arrivato, e con ogni probabilità avrà un riverbero negativo sul cronoprogramma che promette di aprire i cantieri a settembre per chiuderli nel 2027. L’ex area militare all’angolo con piazza Firenze è destinata a diventata una sorta di Cittadella della sicurezza (con una nuova sede della polizia di Stato, alloggi per gli agenti e il trasferimento dell’Ufficio immigrazione), nell’ambito di un’operazione che prevede anche la riqualificazione della caserma Garibaldi (che invece si trasformerà in un campus dell’Università Cattolica) e di una parte della caserma Santa Barbara dell’Esercito. Il costo complessivo dell’operazione Montello ammonta a 186,6 milioni di euro, di cui 167,5 per lavori di "fase prioritaria" e 19,1 per lavori di "fase successiva": nel primo caso, le coperture finanziarie ci sono già (in parte anche dal Decreto Aiuti); nel secondo, sono ancora da reperire per riqualificare due edifici per uso uffici, uno per un auditorium e uno per un asilo.
Nel 2023, il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e l’Emilia Romagna ha bandito una procedura negoziata per l’affidamento del maxi appalto da 145,3 milioni (poi lievitati a quota 186,6) con il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa. All’appello hanno risposto Edil.Co srl e il raggruppamento guidato da Conpat e completato da Fenix Consorzio Stabile scarl e Consorzio Stabile Energos. Nei requisiti per partecipare, è stato inserito il possesso di tre categorie di lavorazioni: OG2 (restauro e manutenzione di beni immobili sottoposti a tutela) per un importo di 73,9 milioni, OS6 (finiture in materiali lignei, plastici, metallici e vetrosi) per 17,2 milioni e OG11 (impianti tecnologici) per 54,1 milioni.
A valle delle verifiche sulla documentazione amministrativa e sulle percentuali di distribuzione dei lavori tra le aziende, il 16 gennaio 2024 la stazione appaltante ha decretato l’esclusione di Conpat dalla gara per "mancanza di qualificazione", ritenendo che le consorziate designate da Energos non avessero le credenziali per la categoria OG2. I bocciati si sono rivolti al Tar, che ha dato loro ragione, spiegando che Energos ha tutte le carte in regola per eseguire l’appalto e che può rimpiazzare una consorziata con un’altra senza che questo "comporti una modifica dell’offerta". Da qui discende la decisione di annullare l’esclusione, con conseguente riammissione in gara. Resta da capire se il Ministero accetterà la sentenza o se la impugnerà al Consiglio di Stato.