ANDREA GIANNI
Cronaca

La notte violenta a Casa Testi: "Arma puntata, poi la rivolta"

Imputati 4 poliziotti: le testimonianze di medici e operatori della struttura "Mi hanno riferito delle botte". Un custode: gli agenti hanno fatto il loro dovere .

Il centro in viale Fulvio Testi ospitava all’epoca 47 minori non accompagnati

Il centro in viale Fulvio Testi ospitava all’epoca 47 minori non accompagnati

Uno dei custodi nordafricani all’epoca in servizio a Casa Testi, una volta terminata la sua audizione in aula, ha tenuto a spiegare al giudice che "i poliziotti hanno fatto il loro dovere". Il suo collega in servizio quella notte, testimone oculare dell’episodio al centro del processo, ha confermato che "uno dei poliziotti si è alzato dalla scrivania e ha puntato la pistola alla testa del ragazzo. Diceva una frase come “se ti rivedo fuori ti appendo“, gli ha dato calci sulle gambe mentre era ammanettato. Gli altri poliziotti avevano un atteggiamento passivo". Attimi concitati seguiti da disordini nella struttura comunale in viale Fulvio Testi, ora trasferita in zona Chiaravalle, che all’epoca dei fatti ospitava 47 minori stranieri non accompagnati, gestita da una cooperativa. L’episodio al centro del processo è avvenuto il 5 aprile 2023: un giovane, originario dell’Egitto e all’epoca 16enne, sarebbe stato minacciato e colpito da uno dei poliziotti che quella notte lo avevano bloccato sulle strade, trovandolo in possesso di "una pinza multifunzionale contenente una lama". Una reazione violenta scattata dopo si era rifiutato di firmare il verbale ed era andato in escandescenze.

Per questo sono stati rinviati a giudizio l’agente, accusato di minaccia grave, e altri tre colleghi imputati per omessa denuncia di reato. Ieri sono stati ascoltati i primi testimoni, citati dalla pm Cristiana Roveda: i custodi, il coordinatore e un medico in servizio nella struttura dove gli interventi delle forze dell’ordine erano "quasi quotidiani", per problemi comportamentali di alcuni ospiti o episodi di spaccio. Il ragazzo, parte civile, è da poco tornato in libertà dopo essere finito in cella per reati non legati a questo procedimento. "Stupisce il fatto che alla Procura non interessa chi sia la parte civile e i suoi trascorsi – spiega l’avvocato Piero Porciani, difensore degli agenti – e il contesto in una struttura che era fuori controllo". Quando hanno sentito le urla provenienti dalla stanza chiusa, come è emerso dalle testimonianze, i ragazzi che si trovavano all’esterno sono intervenuti per "aiutare un fratello in difficoltà". Uno ha sfondato la porta, altri avrebbero iniziato a lanciare oggetti contro gli agenti che hanno spruzzato spray al peperoncino. Sono dovuti intervenire rinforzi per calmare gli animi, e infine due ragazzi - la parte civile e l’amico che ha sfondato la porta - sono stati portati via. "Il giorno dopo sono tornati – ha spiegato il medico che li ha visitati – e hanno detto di aver subito un pestaggio quella notte".