
di Alessandra Zanardi
Decine di tute bianche hanno invaso San Donato per ribadire che "la lotta climatica non si ferma" e puntare il dito contro Eni, società considerata responsabile di alcune "devastazioni al pianeta". Un centinaio i manifestanti, tra movimenti per il clima e centri sociali, che si sono dati appuntamento, alle 11 di ieri, prima davanti al bar Minerva, quindi al quinto palazzo uffici, sede centrale dell’azienda degli idrocarburi. Da qui si è puntato il dito contro una multinazionale "che inquina", "che alla riconversione ecologica preferisce investire nel fossile" e che "investe solo l’1,6% del proprio fatturato in energie rinnovabili". La manifestazione, pacifica e ordinata, ma comunque sorvegliatissima dalle forze dell’ordine, era organizzata dal “Rise Up for Climate Justice”, un gruppo di attivisti per l’ambiente, e ha fatto seguito a quanto accaduto, in Veneto, al centro sociale Rivolta, sottoposto a perquisizione dopo aver ospitato la quattro giorni del “Venice Climate Camp”, durante la quale un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nella raffineria Eni di Porto Marghera.
"Durante la perquisizione gli agenti hanno trovato solo bombolette spray e striscioni, ma hanno sequestrato la lista dei partecipanti al Venice Climate Camp per poterli identificare – ha spiegato una manifestante, Laura Pedrazzoni -. Un atto che consideriamo intimidatorio, ma noi non ci lasciamo spaventare: rivendichiamo le nostre azioni e siamo pronti a rifarle. La nostra lotta non si fermerà". "Se oggi ci troviamo a vivere una pandemia è perché abbiamo agito per alterare gli equilibri del pianeta – ha aggiunto Anna Clara Basilicò -. Perciò in una situazione complessa e delicata, dove la pandemia non finirà a breve, la questione climatica resta centrale. Non siamo gli unici a considerare Eni tra i responsabili della devastazione di alcuni territori". "È inaccettabile che un colosso delle devastazioni venga a parlare di ecologia", ha detto Lucrezia Vergani. Concetti che saranno ribaditi il 5 novembre, all’interno di un’assemblea online di Rise Up, e anche a maggio, in occasione dell’assemblea degli azionisti della società degli idrocarburi. Slogan e striscioni hanno accompagnato la manifestazione, vicina ai temi dei Fridays for Future e a chi ritiene di dover invertire la tendenza "che piega il pianeta alle esigenze del profitto, un meccanismo ormai inaccettabile". L’iniziativa ha richiamato a San Donato attivisti in arrivo da tutto il Nord Italia.