
La grande famiglia di San Siro: "Taylor è la nostra psicologa"
Milano, 13 luglio 2024 – Non fa per niente parte di una Cruel summer, la serata che hanno vissuto i fan di Taylor Swift presenti allo show di San Siro: dopo ben 13 anni di assenza dai palchi italiani, la popstar più famosa del pianeta si è esibita davanti ai 65mila che hanno riempito le pagine dei giornali le settimane scorse per quella che è sembrata a tanti, un’allucinazione collettiva.
Prezzi folli, gente accampata fuori dallo stadio giorni e giorni prima del concerto e proveniente da tutt’Italia e non solo: alcuni fan hanno sfruttato la tappa italiana per visitare Milano, altri invece, come madre e figlia originarie di Malta, hanno comprato i biglietti aerei esclusivamente per il concerto. È la carica degli swifties, la squadra di Taylor Swift, incomprensibile per chi non segue la cantante ma così identificativa per loro da sentirsi parte di una grande famiglia che ieri sera ha fatto di tutto per onorare la loro beniamina.
Gli outfit colorati e studiati in ogni particolare
Per la popstar della Pennsylvania, che negli ultimi anni ha infranto record su record, tutto è stato studiato al minimo dettaglio: gli outfit che hanno colorato il piazzale di San Siro sotto il sole cocente di luglio raccontano un pezzo della discografia della cantante e un pezzo di vita di chi indossa quell’abito.
C’è chi, con il velo da sposa e una bottiglia di champagne fatta a pupazzo, testimonia che Champagne problems è più di una canzone. C’è chi indossa un abito bianco con scritte le canzoni degli album più significative per loro, c’è chi ha ricreato uno degli outfit che Taylor ha esibito durante i live show; c’è chi indossa un abito completamente rosso per incarnare al meglio l’album Red e c’è chi ha scelto di replicare la prima Taylor, quella dello stile country di Fearless che l’ha fatta conoscere al mondo.
Anche i genitori si sono vestiti per l’occasione
Rarissime le persone che non indossano un vestito per l’occasione: anche i genitori e gli accompagnatori si sono calati nella parte e tra le madri che hanno seguito il consiglio delle figlie e hanno adornato capelli e occhi di brillantini, i padri l’hanno presa sul ridere. "The best dad ever (I paid)", si legge sulla t-shirt di un paziente papà al seguito della figlia, ma c’è anche chi l’ha presa poeticamente, come chi indossa la maglia con scritto "It’s me, hi. I’m the dad, it’s me", riprendendo la famosa canzone Anti-hero.
Sentirsi parte della stessa famiglia è indubbiamente una delle conquiste più grandi di cui Taylor Swift può vantarsi: non importa se qualcuno ha cominciato a navigare nelle acque della sua musica dopo il Covid e l’album Folklore, come racconta qualcuno, ciò che importa è la dedizione alla cantante e al suo mondo, ai suoi testi e alla sua musica. "Per me Taylor è una psicologa – racconta Giuseppe , 31 anni –. In lei mi rivedo nella ricerca dell’amore vero e quindi nei suoi testi, soprattutto delle canzoni d’amore, ritrovo quello che provo io".
Per Michela, Anna, Cristina, Jessica e Beatrice, tra i 22 e i 25 anni, i testi sono pura poesia e riescono a dare voce ai sentimenti e alle emozioni di ognuno. Per questo i soldi spesi per il concerto, i mezzi e gli outfit comprati e costruiti per l’occasione sono solo una piccola riconoscenza dei fan alla cantante.
Niente birra né spritz: l’importante sono i bracciali
Davanti ai bar di fronte allo stadio niente file per birra e spritz, a discapito di quello che si potrebbe pensare per un concerto estivo, ma ressa davanti agli stand di gadget ufficiali e soprattutto scambio di braccialetti, altra ricorrenza consueta ai concerti di Taylor: e infatti i fan esibiscono le braccia piene di bracciali creati da loro che contribuiscono a far nascere nuove amicizie, accomunate dalla stessa passione.
Dopo tredici anni di attesa, il live show è caduto il 13 luglio e - guarda caso - è proprio il 13 il numero fortunato della cantante, che più volte lo ha scritto sulla mano. Neanche questa casualità è passata in sordina. I fedelissimi confermano di aver pensato alla ricorrenza curiosa del numero 13: ha reso l’atmosfera ancora più magica. It’s a love story cantava nel 2008 agli inizi di una carriera inimmaginabile: oggi si può dire che il vero amore, quello cercato e raccontato nei testi delle canzoni, è proprio quello tra lei e la sua Taylor’s nation, in grado di non tradirla mai.