FRANCESCO PELLEGATTA
Cronaca

La gioia di un abbraccio. Un anno dopo

Abbiategrasso, aperta al Golgi una stanza dedicata. L’emozione di nonna Carla, 85 anni: "Stanotte forse riuscirò a dormire"

di Francesco Pellegatta

"Chissà se stanotte riuscirò a dormire". Quella di ieri non è stata una giornata come le altre per la signora Carla, con i suoi 85 anni. E il motivo si può comprendere: è tornata ad abbracciare il figlio Massimo dopo un anno di distanza forzata in casa di riposo. Un anno fatto di parole, sguardi ma nessuna carezza. Così, per ridurre al minimo questa distanza, l’istituto geriatrico “Camillo Golgi“ di Abbiategrasso ha deciso di allestire una nuovissima “Sala degli abbracci“, dove gli anziani ospiti potranno toccare i propri parenti attraverso delle membrane trasparenti dotate di maniche. In attesa di poter sentire di nuovo il calore della pelle. La sala è stata inaugurata ieri alla presenza del direttore operativo, il dottor Giovanni Mercuri, e del direttore medico di Abbiategrasso, il dottor Giorgio Previderè. Alla cerimonia – che di fatto è consistita nell’incontro tra la signora Carla Malaterra e il figlio – era presente anche il sindaco di Abbiategrasso, Cesare Nai. "L’emozione è stata tanta – ha raccontato Carla al termine del lungo abbraccio -. Sono contenta di averlo visto e toccato. Grazie davvero a tutti. Ero agitata, prima di entrare credevo che avrei parlato con lui attraverso il solito plexiglass ma così è molto meglio".

Una gioia condivisa anche dal figlio di Carla, Massimo Trezzi: "Rispetto agli incontri precedenti… ecco, toccare mia mamma dà tutta un’altra sensazione. Anche lei era contentissima. Questa situazione è logorante per noi che siamo all’esterno, non oso immaginare cosa può rappresentare per loro". La realizzazione della stanza è stata finanziata grazie al progetto “Abbracciarsi ancora“ e alla campagna di raccolta fondi promossa da Fondazione Italia per il Dono, rivolta alle Rsa di tutta Italia; campagna alla quale hanno aderito anche gli istituti Golgi-Redaelli. Nelle altre due strutture di Milano e Vimodrone, infatti, le stanze sono già state inaugurate e le scene di commozione si sono ripetute ovunque allo stesso modo. Soddisfatto anche il “Comitato parenti“ dell’istituto Golgi, che ha insistito molto affinché venisse realizzato questo spazio. Ora che la stanza è operativa potrà accogliere otto ospiti al giorno, per incontri di circa mezz’ora l’uno. L’intenzione è quella di organizzare quattro incontri al mattino e quattro al pomeriggio. Naturalmente tra un abbraccio e l’altro ci sarà anche il tempo per sanificare. "Isolamento, depressione e tutto il resto hanno un impatto concreto sulla salute dei nostri ospiti – ha sottolineato il direttore medico, Giorgio Previderè -. Nel corso dell’ultimo anno abbiamo visto situazioni nelle quali gli anziani hanno cominciato a mangiare meno o subito un’alterazione dell’umore. Mi auguro che questo strumento ci permetta di recuperare, perché è passato davvero tanto tempo". Un augurio ripetuto anche dal direttore operativo, Giovanni Mercuri: "Forse vediamo la luce in fondo al tunnel. Abbiamo la fortuna di poter riprendere gli incontri in maniera diversa, senza più utilizzare lo schermo in plexiglass, che è stato comunque importante. Credo che questa sia la direzione giusta".