REDAZIONE MILANO

La città di Eliana Miglio: "Giovane e orgogliosa. Che incubo alle Varesine"

L’attrice racconta la sua metropoli, tra ricordi e la vita da pendolare con Roma "Arrivai per fare la modella e imparai che c’è sempre una più carina di te".

L’attrice racconta la sua metropoli, tra ricordi e la vita da pendolare con Roma "Arrivai per fare la modella e imparai che c’è sempre una più carina di te".

L’attrice racconta la sua metropoli, tra ricordi e la vita da pendolare con Roma "Arrivai per fare la modella e imparai che c’è sempre una più carina di te".

“Nessuno si salva da solo” al cinema. “Solo per amore” in tv. “Le lacrime amare di Petra Von Kant” a teatro. “La grande invasione delle rane” il suo primo romanzo. In passerella tra la capitale della moda e la città eterna. È Eliana Miglio, artista poliedrica avvolta da un’aurea di intramontabile eleganza.

Attrice, ex-modella, conduttrice tv e scrittrice. Nata a Milano da papà piemontese, giocatore di poker ai tempi del Bar Jamaica, e da mamma prussiana, psicologa. L’infanzia in Germania e poi il ritorno in Italia. In via Monteverdi la sua prima casa a Milano.

"In casa si narrava che papà, da giovane, elegantissimo, andasse a giocare a poker di notte con un amico, il proprietario di Barassi, il negozio di abbigliamento maschile milanese. Mamma, nata nell’attuale Lituania, apolide. Nonna abitava alla rotonda di via Besana. Io sono cresciuta ad Amburgo, dopo un periodo sul lago Maggiore, a Luino, dove ho avuto modo di fare anche la Dj…".

Cosa l’ha riportata a Milano?

"Il lavoro da modella. Vivevo dapprima nell’appartamento che mi regalò la nonna dove ho vissuto da ragazza. Successivamente sono tornata in città da adulta con mio figlio e Carlo Bernasconi, che ho amato molto…".

Una vita da pendolare la sua tra Milano e Roma.

"Sì, e l’identità milanese mi è rimasta. E ho lo stesso numero di amiche che ho a Roma dove ho vissuto tanto tempo. È curioso, significa che a Milano i rapporti sono profondi...".

Allora i milanesi non sono così chiusi?

"No assolutamente. Milano è diventata accogliente"

Com’è cambiata Milano rispetto a quando è arrivata da ragazzina?

"È ringiovanita, ci sono molti giovani che provengono da altre regioni, e le persone in là con gli anni sono molto attive. Milano ha costruito infrastrutture che non ha nessun’altra città d’Italia e quartieri in cui quando ero ragazza non ci si poteva andare".

Ad esempio?

"Nolo. Ora si può sognare un loft a Nolo. E poi Milano è una città internazionale. È anche una città facile. Ci si muove agilmente con i mezzi pubblici, ha una sanità che funziona e una bella piscina che costa anche poco, la Cozzi, che da sempre amo frequentare… Ci sono meno parchi rispetto ad altre città, ma sono più curati; la bellissima iniziativa di Orticola, i terrazzini curatissimi... C’è stata un’evoluzione straordinaria del vivere in città. C’è un orgoglio milanese che raramente si riscontra".

E cosa le ha insegnato la professione di modella?

"Anche se ti senti carina dimenticatelo! Perché ce ne sono molte più carine di te! Io sono stata sempre la sorella piccola, mi mancavano quei 10 cm... In quegli anni cercavano modelle molto alte e non esageratamente magre come ora".

Poi il lavoro da attrice l’ha condotta a Roma. Cos’ha imparato da questo lavoro?

"Avere un punto di vista aperto sulla vita, sul mondo, sulla socialità, sui pregiudizi, in continua lavorazione. La necessità di adattarsi ai tempi che corrono, ai cambiamenti è indispensabile se vuoi continuare ad essere un punto di vista fresco nella narrazione. Il bello di essere attori è il lavoro di gruppo, mi piace molto, soprattutto nel cinema".

E l’aspetto più difficile?

"Il salto nel vuoto devi farlo tu, un po’ come l’atleta. C’è una performance, il provino, alla quale devi arrivare equilibrato e dare il massimo. E meno la vita fuori ti coinvolge, più va bene".

Questo vale un po’ per tutte le professioni.

"Si ma gli uomini hanno la moglie, noi no…".

Il suo ultimo lavoro proprio a Milano: “Le lacrime amare di Petra von Kant” in scena al Museo Bagatti Valsecchi.

"Mi sono sentita lusingata da questa opportunità dove ho unito la lingua tedesca - Petra era una stilista tedesca - l’educazione prussiana e la moda".

Un episodio della sua carriera legato a Milano?

"Da ragazza mi avevano preso per la pubblicità del Crodino, ambientata alle Varesine. Venivo inquadrata in primo piano seduta sulla ruota panoramica e dovevo dire quanto era buono mentre la ruota girava... tutta la giornata sulla ruota... Da lì mi son detta “Non ci metterò mai più piede!”".

Le è mai capitato di recitare nella vita reale?

"No, non ne ho avuto bisogno, infatti temo a volte di avere un brutto carattere. Si mente quando c’è una necessità più importante. Se è un vizio invece… ma io ho altri vizi diciamo…".

Quali?

"La cioccolata con la panna della pasticceria Gattullo!".

A chi deve dove è arrivata sino ad oggi?

"A nonna Michelina che, dopo una profonda tristezza per la perdita di papà, mi spinse a venire a Milano".