
di Simona Ballatore
Nelle aule della Statale, tra via Festa del Perdono e Città Studi, ieri si sono presentati in 1.811 dei 1.957 milanesi che si erano iscritti alla prova nazionale più temuta e attesa. Contemporaneamente, nei padiglioni della Bicocca, in 517 sono arrivati dalle province di Milano e di Sondrio. Tutti in fila (con la mascherina sempre incollata sul volto) per riuscire a coronare un sogno: diventare medico. Quest’anno con una consapevolezza e una determinazione in più.
Il più grande degli iscritti in Statale ha 66 anni, in Bicocca ne ha 46. Ma in coda c’è anche chi non è ancora maggiorenne (i più giovani sono classe 2003) ma ha già le idee ben chiare. In tutta Italia sono oltre 66mila i candidati per 13mila posti: uno su cinque ce la farà. Il 17 settembre sapranno il punteggio, il 29 la graduatoria.
Sessanta domande in cento minuti, una sola sulla pandemia. "E una - quella sulla definizione di robot - ispirata da un documentario di Netflix al 200%, l’ho visto", non ha dubbi Jacopo Antonini, classe 2000. Prova il test per la seconda volta, sempre in Bicocca. Un anno dopo tutto è completamente diverso: "La situazione è stata gestita bene: massimo distanziamento e rigore, anche fin troppo - sorride sotto la mascherina, che non ha potuto abbassare un secondo -, qualcuno non è riuscito neppure ad andare in bagno". Lui, milanese, è pronto a trasferirsi ovunque: "Andrei anche a studiare a Catanzaro, ma fatemi diventare medico. È il mio desiderio sin da piccolo e quest’anno, questa situazione di emergenza, mi ha spinto a ritentare il test". Nel frattempo è iscritto a Ingegneria gestionale, ma conta sulla seconda chance. Ha studiato le graduatorie degli anni scorsi, ateneo per ateneo, per capire in che ordine piazzare le scelte, ha ripassato le domande del quiz di veterinaria del primo settembre ("molte erano simili"), ce l’ha messa tutta. "Vorrei diventare oncologo - gli occhi brillano - purtroppo ho perso alcuni parenti, vorrei poter fare qualcosa". Con lo stesso spirito esce da un’altra aula della Bicocca Giulia Pegoraro. Seconda volta anche per lei, che era al forum di Assago un anno fa. Aveva poi passato il test di Ostetricia alla Statale ma ha capito che non è la sua strada. "La domanda sullo Zenit mi ha messo un po’ in crisi ma sono fiduciosa, ho studiato molto di più - confessa -. Da quando sono bambina mi appassiona questa professione e, in particolare, il saper diagnosticare". Aurora Lavarro, 19 anni di Legnano, al suo primo test di Medicina invece ha “ereditato” la passione dal papà, medico di base, ma sogna un futuro nella neurochirurgia o nella medicina legale "perché per fare il medico di base bisogna avere molta ma molta pazienza", sorride. Ludovica Folladori, 19enne di Chiavenna, diplomata in Scienze umane ha scoperto la sua strada durante l’anno di studio in America: "Ho visitato un’università di medicina e ho tenuto un cervello in mano. Ecco, da quella sensazione ho capito cosa voglio fare". Così si è iscritta al test con un’altra compagna, Arianna Ghiggi, che sogna di darsi da fare nel campo della chirurgia pediatrica. "C’è sempre più bisogno di medici, lo si è visto purtroppo. E noi siamo pronti".