GIULIA BONEZZI
Cronaca

La carica delle 5 Stelle: alle "regionarie" iscritti al Movimento premiano le candidate

In Lombardia i pentastellati hanno scelto l’alleanza col centrosinistra. Gli attivisti hanno votato online per comporre le liste elettorali:. nella metà delle province interessate a capo è preferita una donna

di Giulia Bonezzi

La carica delle pentastellate. Sono state le donne le protagoniste delle "regionarie", le consultazioni on line con le quali, dal mattino alla tarda serata di giovedì, gli iscritti lombardi al Movimento 5 Stelle hanno scelto i candidati che comporranno le liste per le elezioni regionali del 12 e 13 febbraio. Nelle dieci province per le quali s’è votato (mancano Sondrio e Cremona, dove non c’erano abbastanza candidati al voto on line ma a quanto si apprende i 5 Stelle presenteranno comunque una lista) si è espresso circa un quarto degli aventi diritto, in una forchetta compresa tra il 22,36% del Lodigiano e il 28,19% della provincia di Brescia (nel Milanese ha partecipato alle regionarie il 23,8% degli attivisti). Percentuali comunque non troppo lontane da quelle registrate alle "regionarie" per il Lazio (l’affluenza ha oscillato tra il 31,17% degli iscritti della provincia di Frosinone e il 25,47% di Roma), che si sono svolte in contemporanea, anche se lì i 5 Stelle corrono in solitaria candidando Donatella Bianchi, giornalista televisiva e conduttrice di Linea Blu, mentre in Lombardia si sono alleati col centrosinistra che sostiene per la presidenza della Regione l’eurodeputato del Pd Pierfrancesco Majorino.

Il Movimento lombardo presenterà le sue liste dopo che saranno depositate, tra una settimana circa, ma non dovrebbero esserci grandi sorprese dato che "saranno formate secondo l’ordine del numero di preferenze ricevute" dai candidati alle regionarie, col correttivo del "rispetto dell’equilibrio di genere previsto dalle leggi elettorali regionali", ricorda il sito del M5s.

Per scegliere i candidati gli iscritti potevano assegnare due voti (a un uomo e a una donna), come accadrà alle elezioni di febbraio; questa norma, già vigente alle regionali del 2018, non impedì che grazie alle preferenze ottenute fossero dodici i maschi su 13 eletti del M5S (l’unica donna, peraltro, tre anni dopo ha lasciato il movimento e ora si ricandida con tutt’altro schieramento, nella civica dell’ex vicepresidente della Regione Letizia Moratti sostenuta dal Terzo polo di Renzi e Calenda). Dei dieci consiglieri rimasti nel gruppo pentastellato al Pirellone a fine legislatura, metà non si sono ricandidati; quattro su cinque, compreso il coordinatore regionale Dario Violi, nel rispetto della “regola“ interna dei due mandati. Gli altri cinque consiglieri regionali 5s uscenti sono stati tutti promossi dagli iscritti: Nicola Di Marco, Marco Fumagalli e Simone Verni sono stati i più votati alle "regionarie" per le rispettive liste provinciali di Milano, Monza e Pavia, e Gregorio Mammì, a Milano, si piazza quarto dietro Paola Pizzighini e Federica Casalino, già candidata sindaca a Melzo; Raffaele Erba, a Como, è secondo dietro Raffaella Rizzo.

Passando ai nuovi candidati al Pirellone, a Lecco Giovanni Galimberti supera per un solo voto Corinne Cereda; a Lodi dietro Luca Degano c’è un triplete femminile (e lo stesso dietro a Fumagalli in Brianza); a Mantova guida Raffaella Scattolon, davanti a Giovanni Cappellazzi.

In effetti, in metà delle dieci province in cui si sono espressi con le "regionarie" gli iscritti hanno incoronato una femmina. Due a Brescia, dove le più votate sono le attiviste storiche Paola Pollini e Nadia Ramazzini, davanti al consigliere comunale uscente Guido Ghidini; tre a Bergamo, con capolista una new entry, la giovanissima Myriam Bernareggi, davanti a Concetta Torrisi e Sonia Lisotti, seguite dall’avvocato Jacopo Gnocchi. Ben quattro a Varese, dove la classifica è guidata da Francesca Bonoldi, Monica Gliera, Graziella Baratelli e Marisa Splendore. E le “quote“, per una volta, per colmare il gender gap dovranno aiutare i maschi.