REDAZIONE MILANO

La campagna col video del "Milanese Imbruttito" In undici mesi 153 ammonimenti della Questura

Una voce e un volto ormai familiari come simbolo della campagna contro la violenza sulle donne. Un video per sensibilizzare ancor di più l’opinione pubblica su un argomento di cui non si parlerà mai abbastanza e che va declinato non solo in termini di "emergenza". È Germano Lanzoni, reso noto dagli sketch del "Milanese Imbruttito", il testimonial della Questura di Milano per un filmato di 43 secondi realizzato dagli agenti del Gabinetto regionale della Scientifica: "Questo non è amore, denuncialo", il messaggio indirizzato alle potenziali vittime. "E tu non vali niente, sei solo un vigliacco", la frase riservata a chi picchia e tormenta mogli e conviventi tra le quattro mura domestiche. L’immagine finale, meno d’impatto, è altrettanto importante: ci sono riepilogati tutti i numeri da chiamare in caso di bisogno, a cominciare dal 1522. "Spesso mi vergogno di appartenere allo stesso genere di questi uomini che maltrattano le donne, ma lavori come questo servono per lanciare un messaggio forte e chiaro", spiega Lanzoni. "L’auspicio è di riuscire a intercettare le vittime di maltrattamenti e metterle nelle condizioni migliori di affidarsi a professionalità che assicureranno loro i migliori standard di sicurezza", sottolinea il questore Giuseppe Petronzi. Che poi aggiunge che l’iniziativa "parla non solo alle vittime, ma a tutti", perché non ci può essere "indifferenza".

Del resto, i numeri del 2022 sono lì a testimoniare che il fenomeno è ben presente e che in molti casi non è facile da intercettare, considerato che di frequente, specie nelle fasce di età più alte, le donne nel mirino faticano a denunciare il compagno di una vita o il padre dei propri figli. Così, argomenta il dirigente dell’Anticrimine Giovanni Cuciti, uno strumento sempre più utilizzato è quello dell’ammonimento, che, nel caso della violenza domestica, può scattare anche senza l’istanza di parte: nell’anno in corso, ne sono stati emessi 86, da sommare ai 67 per atti persecutori; il dato complessivo ha già superato quello dei dodici mesi del 2021 (151), facendo salire quello totale da aprile 2018 a quota 705. Dei 153 "ammoniti", 125 hanno deciso di intraprendere un percorso trattamentale che li aiuterà a comprendere il disvalore dei loro comportamenti. "Cerchiamo di lavorare sulla prevenzione primaria – chiosa Cuciti – proprio per scongiurare l’escalation".

Nicola Palma