La Bocconi supporta l’Ucraina Nasce un laboratorio di studenti

L’unità si chiama “Uasi“, al lavoro ci sono già volontari con ricercatori e cinque professori. Ci saranno informazioni basilari e un supporto legale in tre lingue: italiano, russo e ucraino

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di Simona Ballatore

Si chiama “Uasi“, che sta per “Ucraina – Supporto e Informazione“. Al lavoro ci sono già sei studenti non ancora laureati, cinque ricercatori e cinque professori dell’università Bocconi. Altri 15 hanno presentato domanda per poter entrare nella squadra di volontari nata all’interno del Bocconi Lab in European Studies (Blest) per aiutare chi è in fuga dalla guerra e chi accoglie. L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi. "In un momento di ansia collettiva abbiamo pensato subito a cosa potessimo fare di concreto – sottolinea Eleanor Spaventa, professoressa di Diritto dell’Unione europea –. Abbiamo quindi chiamato a raccolta gli studenti di dottorato e dei corsi di laurea e la loro risposta è stata fantastica. Si sono messi subito a disposizione. L’Italia è molto generosa, ma sappiamo che il tessuto burocratico non è semplice anche quando guidato da buone intenzioni, così abbiamo pensato di dare un supporto legale cominciando prima di tutto da informazioni chiare". Diramate sempre in tre lingue: italiano, russo e ucraino. E disponibili sul cellulare in modo da essere sempre a portata di mano, per favorire anche il dialogo con chi aiuta. Una “bussola“ che anche sui canali social - dall’account Instragram (Uasi–Blest) a Twitter - si spera di porgere a chi ne ha bisogno. Sono nate così le prime piccole guide, molto pratiche, che verranno arricchite man mano: c’è la checklist dei documenti che è meglio portare con sé quando si parte, un vademecum affronterà il tema “soldi“ (dal cambio moneta all’apertura di un conto), un altro sarà interamente dedicato ai minori non accompagnati, con un’istanza per il tribunale (sempre tradotta nelle tre lingue). Un altro capitolo sarà dedicato alle donne, per dare supporto psicologico e per evitare finiscano vittime della tratta. Ci saranno indicazioni per gli studenti universitari in arrivo. "Il supporto giuridico servirà anche successivamente – prosegue la docente –, una persona potrebbe decidere di essere inquadrata in modo diverso: diritto d’asilo, ricongiungimento, protezione temporanea". I bocconiani aiuteranno a destreggiarsi tra le norme. "Stiamo pensando anche ad attività di sportello, ma successivamente e con il coinvolgimento di professionisti-volontari e associazioni, per ora il sostegno legale sarà di secondo livello e andrà soprattutto in supporto alle Ong e a tutti coloro che si occuperanno di questi casi e con domande e risposte online, un database di informazioni a disposizione di tutti e ovunque – sottolinea Spaventa –, perché a Milano abbiamo traduttori, una quantità di volontari incredibile, professionisti che si stanno mobilitando ma dobbiamo pensare anche alle piccole comunità dove magari arriva un solo nucleo famigliare". Il legame è a doppio filo anche col Consolato e con la comunità ucraina a Milano, anche grazie a una giovane ricercatrice di origini ucraine della Bocconi, la prima a mostrare, sin dall’inizio, la necessità di informazioni chiare per chi arriva e per chi accoglie.

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