
di Andrea Gianni
La crepa è diventata una spaccatura, fino ad arrivare a un punto di rottura. Just Eat, che ha annunciato la scelta di inquadrare i propri rider come dipendenti a tutti gli effetti dal 2021, ha deciso infatti di uscire da Assodelivery, l’associazione che raggruppa le multinazionali del settore. Va per la propria strada una delle “cinque sorelle“, che assieme a Uber Italy, Glovo, Deliveroo e Social Food rappresenta il 90% del mercato italiano. Un divorzio che legato proprio all’apertura sulla subordinazione dei fattorini in bicicletta, a differenza della linea più intransigente delle altre società, alla vigilia dell’incontro convocato per oggi con il ministero del Lavoro e i sindacati: al centro la discussione infinita sulle condizioni di lavoro dei rider, anche in seguito allo strappo generato dalla firma dell’accordo Assodelivery-Ugl definito "contratto pirata" dagli altri sindacati e collettivi. "Il contratto firmato da Assodelivery e Ugl – spiega Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia - ha permesso di aggiungere nuove tutele e protezioni ai rider che consegnano come lavoratori autonomi e per questo abbiamo partecipato al lavoro fatto. Oggi, coerentemente alla nuova strategia del gruppo Just Eat Takeaway.com che punterà ad inquadrare i rider come lavoratori dipendenti, abbiamo deciso di procedere in autonomia uscendo dall’associazione di settore Assodelivery. Dal momento che il passaggio al nuovo modello sarà graduale a partire dal 2021, - spiega - continueremo momentaneamente ad adottare il ccnl rider per i lavoratori autonomi fino a quando il passaggio al nuovo modello non sarà completato". Una fase di transizione durante il quale verrà adottato il contratto Assodelivery-Ugl, in attesa dell’inquadramento dei rider Just Eat come dipendenti con una paga fissa oraria, come già avviene in altri Paesi europei.
"Comprendiamo la scelta di Just Eat – sottolinea Matteo Sarzana, presidente di Assodelivery e numero uno di Deliveroo in Italia – e auguriamo loro buon lavoro. Osserveremo con attenzione e interesse l’evoluzione del loro modello organizzativo, da sempre diverso rispetto al resto delle piattaforme che basano le consegne prevalentemente sui rider e non sul personale dei ristoranti. Le piattaforme in Assodelivery infatti offrono lavoro autonomo perché questo è quello che i rider ci dicono di apprezzare, ovvero prima di tutto la flessibilità". Frasi che confermano la linea delle multinazionali rimaste nell’associazione: i rider vanno considerati lavoratori autonomi. E nella tormentata galassia del food delivery è successo anche che due aziende, MyMenu e Domino’s Pizza, (fuori dall’associazione di categoria), si siano schierata a favore dello sciopero dei giorni scorsi dei rider, parlando di "dumping contrattuale" nei loro confronti, con condizioni peggiori rispetto al contratto della logistica e dei trasporti. I sindacati, intanto, attendono sviluppi soprattutto sul fronte del tavolo romano. "Quello di Just Eat è stato di sicuro un passo avanti – spiega Mario Grasso (Uiltucs) – che ha destabilizzato le altre aziende del settore".