Morto Italo Rota, addio all’architetto che firmò il Museo del Novecento: “La saggezza è essere seri e avere un progetto folle”

Milano, il grande architetto si è spento all’età di 70 anni. Stefano Boeri: “Ci mancheranno le sue idee potenti e controcorrente”

Italo Rota

Italo Rota

Milano, 6 aprile 2024 – È morto dopo una lunga malattia all’età di 70 anni Italo Rota, uno dei più noti architetti italiani, autore, tra gli altri, del Museo del Novecento di Milano. Tra le sue opere più importanti vanno ricordate la trasformazione – in collaborazione con Gae Aulenti  dell’ex stazione parigina della Gare d’Orsay nell’attuale Museo d’Orsay, il più importante museo mondiale dedicato all’impressionismo

Protagonista a Parigi

Italo Rota era nato a Milano il 2 ottobre del 1953 e si era laureato al Politecnico nel 1982. Nei primi anni 80 si trasferì a Parigi dove iniziò a firmare importanti progetti. Oltre al Museo d’Orsay, è autore – sempre con Gae Aulenti – della ristrutturazione del Museo d’Arte Moderna al Centre Pompidou e delle nuove sale della Scuola francese alla Cour Carrée del Louvre.

Museo del Novecento

Tornò a Milano negli anni 90 e si occupa dei progetti del Museo del Novecento nell’Arengario di  piazza Duomo a Milano (inaugurato nel 2010), integrandolo con il Palazzo Reale e realizzando in pratica una sorta di cittadella espositiva. Tra gli ultimi progetti firmati di Rota, il padiglione Italia all’Expo di Dubai (insieme a Carlo Ratti) e l’allestimento della mostra sul Polittico Agostiniano di Piero della Francesca al museo Poldi Pezzoli, inaugurata il 21 marzo scorso.

Professore e assessore 

Rota, oltre che architetto, fu anche designer professore. Insegnò progettazione all’Ecole d'Architecture UP8 Paris-Belleville dal 1987 al 1990, alla Facoltà di Architettura di Ferrara (1998-2000) e allo Ied di Milano. Fu direttore del Dipartimento Scuola di Design alla Naba (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano). Fu anche assessore per un breve nella Giunta guidata da Marco Formentini nel 1993.

Il cordoglio di Boeri

“Con Italo Rota – ha scritto Stefano Boeri su Instagram – perdiamo oggi un protagonista assoluto dell’architettura e della cultura italiana. Ci mancheranno le sue idee potenti e appena sussurrate, le sue visioni controcorrente, le sue composizioni ricchissime e sempre intelligenti. Un pezzo della nostra storia, della storia della nostra generazione, della storia di Triennale e della creatività italiana nel mondo se ne va”.

Carlo Ratti

Anche Carlo Ratti, architetto di fama mondiale ha voluto ricordare la figura di Rota, con il quale ha collaborato a più riprese: “L’architettura è la risposta, ma qual è la domanda? Ecco, Italo era un grandissimo innovatore, uno di quei rari progettisti capaci non solo di dare nuove risposte nuove, ma di farsi domande nuove. Siamo diventati amici lavorando insieme sul progetto di Expo Milano 2015. Ma è dopo un’altra esperienza di Expo – quella di Dubai 2020 – che abbiamo iniziato una collaborazione su larga scala. Tutti i progetti degli ultimi 5 anni li abbiamo portati avanti insieme. In architettura ci appassionavano stessi temi: l’interazione con le persone, i nuovi processi progettuali e – in ultima analisi – una maggior integrazione tra mondo naturale e artificiale. Italo amava giocare, con splendida profondità, e il modo in cui ci siamo incontrati e collaborato negli ultimi anni del suo percorso mi ha spesso fatto pensare che il design, nei suoi momenti migliori, sa uguagliare una delle capacità della grande poesia: essere ugualmente sintetico e toccante, ellittico e scintillante”.

Il commento di Sala

Anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha commentato la morte di Rota: “La scomparsa di Italo Rota ci priva di uno dei massimi architetti mondiali, uno degli spiriti più liberi e geniali di Milano. Quando nessuno credeva in Expo, mi è stato vicino con le sue idee ed energia. La sua opera continuerà ad accrescere il fascino di Milano nel mondo”. 

L’assessore Sacchi

“Come dicevi tu stesso, ‘la saggezza è essere seri e avere un progetto folle’. Grazie Italo, per tutto quello che hai dato a Milano e al mondo, per il tuo contributo in passione, competenza, luce e colore. Milano custodirà gelosamente il ‘tuo’ Museo del Novecento e la tua eredità di intellettuale e artista libero e coraggioso, sempre un passo avanti”. Questo il messaggio dell’assessore alla Cultura di Milano Tommaso Sacchi

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