Ci sono due ospedali lombardi nella rete italiana di screening polmonare, che ha il compito di realizzare un programma di prevenzione e monitoraggio del tumore del polmone: l’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo e ovviamente l’Istituto nazionale dei tumori di Milano, che è anche il coordinatore del network nazionale di 18 strutture. L’ingresso dei due presidi pubblici nel progetto è stato formalizzato ieri con una delibera della Giunta regionale, proposta dalla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, che ha anche disposto l’erogazione di 340.670 euro di fondi ministeriali ai due centri lombardi.
"È un programma importante - ha spiegato Moratti –. I dati sono allarmanti: il fumo di tabacco è la più importante causa di morte evitabile in tutti i paesi ad alto reddito, comprese l’Ue e Italia. È causa di circa 6 milioni di decessi ogni anno secondo l’Oms, e in assenza di misure efficaci si stima che il numero possa arrivare a 8 milioni". Anche perché il 70% dei tumori del polmone viene diagnosticato quando si trova già in uno stadio clinico avanzato, spiega il protocollo del progetto, che si propone di mettere a punto un programma di screening nazionale con Ldtc (la Tac a basso dosaggio, che permette di rilevare il tumore in uno stadio precoce, prima che compaiano i sintomi, e dunque di intervenire tempestivamente riducendo la mortalità) rivolto in particolare ai forti fumatori, personalizzando l’intervallo tra i controlli in base al rischio e appoggiandosi a una rete di centri "a elevata competenza clinica e multidisciplinare".
"L’Istituto tumori e il Papa Giovanni - sottolinea Moratti – soddisfano pienamente i requisiti vista l’altissima specializzazione nel settore. E sono già pronti ad avviare il programma di prevenzione e monitoraggio del tumore al polmone".Giulia Bonezzi
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