Milano – "Mi sono addormentato sul divano del soggiorno e non mi sono accorto di nulla: dormivo mentre la camera da letto andava a fuoco. Devo ringraziare il mio vicino di casa che ha quasi sfondato la porta per svegliarmi. Se non lo avesse fatto, sarei morto". Romano D’Arminio, quarantottenne, vive nell’appartamento al primo piano del palazzo Aler di viale Fulvio Testi 308 dove ieri notte dopo le 2.30 è divampato un incendio per cause ancora da accertare. Nessuno per fortuna è rimasto ferito ma è stato necessario evacuare tutto lo stabile di nove piani durante l’intervento dei vigili del fuoco, arrivati in viale Fulvio Testi con cinque mezzi, che hanno domato le fiamme in poco tempo. Le scale nel frattempo si erano riempite di fumo e già diversi residenti erano scesi in cortile. Tre persone leggermente intossicate hanno rifiutato il trasporto in ospedale. Tra loro, il signor D’Arminio.
"Ho accusato giramenti di testa e un malessere generale – spiega – ma non al punto da dover andare in ospedale. Soprattutto, non volevo lasciare la casa". Che, al netto dei muri neri e degli oggetti distrutti, è stata ritenuta agibile eccetto che per la camera da letto. D’Arminio mostra il foglio compilato dai pompieri in cui si legge che "avendo riscontrato la pericolosità" del locale, si diffida "il signor D’Arminio e familiari dall’accedere agli ambienti citati (la camera da letto, ndr), sino al ripristino delle condizioni di sicurezza che dovranno essere accertate e certificate da tecnici qualificati". Il quarantottenne vive con i genitori che fortunatamente non erano in casa ieri notte. "Neanche a farlo apposta, erano partiti proprio sabato".
D’Arminio racconta di essersi addormentato sul divano "dove mi ero sistemato perché nella mia camera avevo caldo. A un certo punto, verso le 2.30, ho sentito dei tonfi ripetuti, nel sonno. E mi sono svegliato. Poi ho realizzato che il mio vicino mi stava chiamando e ha quasi buttato giù la porta. La camera con il letto matrimoniale era piena di fumo. Sono scappato fuori. Non smetterò mai di ringraziare il mio vicino che, dal terzo piano (io vivo due piani più sotto) si è accorto del fumo ed è venuto a svegliarmi. Se non fosse stato per lui, probabilmente sarei rimasto intrappolato tra le fiamme". Immediata la richiesta di aiuto ai vigili del fuoco. "Poi abbiamo provato a utilizzare gli idranti sistemati sul pianerottolo ma c’era troppo fumo. A quel punto ci siamo allontanati".
Poi l’arrivo dei pompieri e lo spegnimento del rogo, mentre le famiglie di tutti e nove i piani erano fuori casa. Adesso sono in corso le indagini dei pompieri per stabilire l’origine dell’incendio. D’Arminio resta nell’alloggio annerito. "Questa casa – racconta – è stata assegnata ai miei genitori 48 anni fa. Io vivo qui da sempre. Nella sfortuna, poteva andare peggio. A poco a poco metteremo a posto tutto. Io nel frattempo continuerò a vivere qui e a lavorare". Fattorino per conto di un colosso dell’e-commerce. non si ferma nemmeno ad agosto. Nemmeno dopo l’incendio.