MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Violenza sessuale in Centrale, 17enne denuncia: “Bloccata contro un muro e palpeggiata”

Milano, la ragazza piemontese doveva prendere il treno verso casa. Indagano in carabinieri, al setaccio le immagini delle telecamere per risalire all’identità dell’aggressore

Avvicinata da un uomo che l’avrebbe schiacciata contro un muro, palpeggiata e baciata, prima che lei riuscisse a divincolarsi e a scappare. È il racconto agghiacciante di una ragazza di 17 anni che sarebbe stata vittima di un tentativo di stupro giovedì 15 febbraio alla stazione Centrale di Milano: secondo quanto emerso, stava andando a prendere il treno che l’avrebbe riportata a casa in Val Sangone, in provincia di Torino, dopo aver trascorso la giornata a Milano, quando è stata bloccata dallo sconosciuto mentre si trovava su una scala mobile. L’uomo l’avrebbe costretta a stare ferma contro un muro, per poi toccarla e baciarla. La giovane è riuscita a liberarsi da quella morsa e a fuggire fino a raggiungere i binari e a salire sul treno con destinazione Torino. Poi, una volta arrivata, ha raccontato tutto ai genitori che l’hanno accompagnata a sporgere denuncia formale per violenza sessuale dopo pochi giorni (il 19 febbraio) ai carabinieri della stazione di Giaveno, vicino casa.

Le indagini stanno andando avanti e sono state affidate ai carabinieri di Milano che dovranno risalire all’identità dell’aggressore. Fondamentale, oltre alla testimonianza della vittima (che verosimilmente ha fornito anche una descrizione dell’uomo) sarà l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della stazione e della zona attorno. Lo scorso 27 aprile, altra violenza: una donna era stata stuprata dentro un ascensore. E lo scorso novembre, Fadil Monir, ventisettenne marocchino senza fissa dimora individuato come responsabile, è stato condannato a 8 anni di carcere al termine del processo con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena.

Nelle motivazioni della sentenza che portano la firma del giudice Silvia Perrucci è stato evidenziato che non conta che la ragazza, poi divenuta vittima, soffrisse di depressione e nemmeno che si sia intrattenuta a chiacchierare e bere spontaneamente con il ragazzo che poi sarebbe diventato il suo aggressore. Non conta nemmeno, che lui non abbia percepito il dissenso di lei: un no è un no. E, allora, l’episodio aveva sollevato interrogativi sulla sicurezza in un luogo, quello della stazione Centrale, frequentato ogni giorno da migliaia di passeggeri. Anche da moltissime donne e anche in orario serale.