
Il parassita che infesta gli alberi anche nel Giardino dei Giusti al Monte Stella
Milano – Si chiama takahashia japonica, conosciuta anche come “cocciniglia dai filamenti cotonosi”: è un insetto originario del Giappone, non dannoso per l’uomo e per gli animali ma potenzialmente nocivo per le piante. Può attaccare molte specie vegetali e può distruggere anche alberi di elevato valore ornamentale come aceri, gelsi e olmi. Per questo, ogni anno, a primavera inoltrata – il momento in cui compaiono i “filamenti“ – è importante segnalare gli avvistamenti, in modo che si possa correre ai ripari per tempo.

L’insetto compie “una sola generazione all’anno”, hanno spiegato più volte gli esperti: in primavera, verso la fine del mese di aprile e all’inizio del mese di maggio. Le femmine adulte producono i caratteristici “ovisacchi“ a forma di anello, le strutture lunghe fino a 7 centimetri preposte ad accogliere le uova, che si schiudono tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.
Per contenere il fenomeno e tutelare il verde, i Municipi si danno da fare da tempo. Ad esempio il Municipio 6 già lo scorso anno aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione “per la difesa degli alberi dal proliferare dell’insetto takahashia japonica”. Le foto dei filamenti sono state diffuse nei quartieri, in modo che gli abitanti potessero riconoscerli per segnalare le aree infestate dal parassita (all’indirizzo M.Municipio6@comune.milano.it). “Nel caso di infestazioni circoscritte – viene specificato nella delibera ad hoc – il controllo del patogeno è effettuato mediante distruzione fisica delle porzioni di alberi interessate, tramite potature fitosanitarie”.
In Italia la presenza di questo insetto è stata riscontrata per la prima volta nel 2017; si è diffuso principalmente a Milano e nelle aree limitrofe. A livello regionale, il Servizio fitosanitario della Regione Lombardia raccoglie le segnalazioni di takahashia japonica tramite l’app FitoDetective e ha elaborato una nota per la gestione delle infestazioni (per informazioni: infofito@regione.lombardia.it).
Gli ovisacchi contengono migliaia di uova di colore aranciato, hanno specificato sempre gli esperti, e sono generalmente attaccati, a diverse altezze, ai rami delle piante ospiti o in prossimità dei tagli di potatura. Quando le neanidi (così è definito uno degli stadi giovanili dello sviluppo degli insetti) escono dalle uova, migrano dai rami verso le foglie, insediandosi sulle parti inferiori e alimentandosi della linfa; in autunno, prima della caduta delle foglie, passati a un altro stadio nella fase di sviluppo, si spostano sui rami per svernare.