Sanità, tolto tumore al cervello con minilaser: al Besta primo intervento europeo

Rivoluzionaria tecnica attuata con successo su due pazienti

Francesco DiMeco

Francesco DiMeco

Milano, 11 dicembre 2018 - Per la prima volta in Italia sono stati effettuati due interventi poco invasivi di ablazione di tumori cerebrali con il laser. E' avvenuto a Milano, all'Istituto Neurologico Besta, specializzato nel trattamento dei tumori al cervello, e a operare era l'equipe guidata dal prof. Francesco DiMeco, direttore del dipartimento di neurochirurgia della Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta, con un innovativo trattamento laser mininvasivo.

La prima è stata effettuata a una paziente di 38 anni con tumore al seno e metastasi parietale anteriore in progressione, nonostante un precedente trattamento di radiochirurgia. La seconda, invece, a un uomo di 53 anni, affetto da tumore renale con metastasi frontale posteriore, condizionante una paralisi all'arto superiore per cui era necessario un trattamento cortisonico prolungato. Entrambi gli interventi hanno avuto esiti favorevoli e, proprio grazie a questa procedura innovativa, i pazienti potranno migliorare notevolmente la loro qualità di vita.

Il trattamento laser mininvasivo di ablazione permette di trattare tumori cerebrali, primari e metastatici, non facilmente raggiungibili con la chirurgia convenzionale, di piccole/medie dimensioni. Si avvale dell'utilizzo di una piccola sonda dotata di una fibra ottica, posizionata con precisione Millimetrica, grazie a tecniche avanzate di imaging computerizzata, per erogare energia laser nell'area del cervello da trattare con estrema precisione. Quando la luce laser viene rilasciata nel tessuto, la temperatura dell'area bersaglio inizia ad aumentare, distruggendo solo il tessuto patologico. La nuova procedura richiede un'incisione di soli 2 millimetri sul cuoio capelluto, prevede un unico punto di sutura e pochi minuti per la sua attuazione e riduce sensibilmente i giorni di degenza (dai 4-5 previsti dalla neurochirurgia tradizionale ad 1), l'utilizzo prolungato della terapia cortisonica, l'insorgenza di recidive e i costi per il Sistema Sanitario.

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