Docenti di sostegno come tappabuchi. E gli alunni disabili devono stare a casa

Milano, niente scuola perché i loro educatori sono chiamati a sostituire insegnanti in quarantena o sono a loro volta positivi

Un bambino

Un bambino

Milano - Ci sono alunni che nel 2022 non hanno ancora fatto un solo giorno di scuola. Non uno in classe, non uno da remoto, sebbene le lezioni siano iniziate il 10 gennaio, otto giorni fa. Si tratta degli alunni con disabilità. A costringerli a casa sono i dirigenti scolastici. In alcuni casi accade che il docente di sostegno non possa essere in servizio perché in quarantena, in altri accade che il docente di sostegno ci sia, sia regolarmente in servizio, ma viene incaricato di sostituire i docenti curriculari, vale a dire i docenti titolari di una o più materie di insegnamento. Nell’uno e nell’altro caso la scuola chiede ai genitori dell’alunno con disabilità di tenerlo a casa. Per giorni, a volte per settimane.

A denunciarlo è l’associazione Famiglie Disabili Lombarde alla quale si sono rivolte alcune famiglie, deluse e arrabbiate. In origine furono 5 segnalazioni da parte di altrettante mamme residenti a Milano e in altre province lombarde. Poi sui canali social dell’associazione ne sono arrivate altre, anche da famiglie che vivono fuori regione. Una decisione, quella di tenere a casa gli alunni con disabilità, che lede il diritto all’istruzione di questi bambini, li discrimina rispetto ai loro coetanei e li isola ulteriormente. Sono questi bambini a pagare più di tutti l’effetto congiunto delle storiche inefficienze del sistema di reclutamento degli insegnanti e della risalita dei contagi dovuta alla variante omicron. Ma non è tutto: costringere un alunno con disabilità a stare a casa perché manca l’insegnante di sostegno non è lecito né lo è incaricare un insegnante di sostegno di sostituire colleghi curricolari. A dirlo sono le norme, quelle evidenziate anche dall’associazione Famiglie Disabili Lombarde.

«Ricordiamo alle famiglie, e facciamo presente alle scuole, che i docenti di tipo curricolare sono insegnanti di tutti gli alunni – rimarca Mariella Meli, presidente dell’associazione –. La presa in carico e le responsabilità, anche di sicurezza, dell’alunno con disabilità spetta a tutto il Consiglio di classe. Se manca l’insegnante di sostegno il bambino con disabilità ha tutto il diritto di frequentare al pari di tutti gli altri bambini e deve essere seguito dall’insegnante curriculare, che ha responsabilità educativa e di sicurezza. La richiesta di tenere il bambino con disabilità a casa poggia su un concetto distorto del ruolo dell’insegnante di sostegno, al quale si delega l’esclusiva responsabilità dell’alunno con disabilità. Ed è qui che vengono meno le più elementari condizioni che rendono possibile l’inclusione".

Quindi la seconda casistica. A stabilire che il docente di sostegno non possa essere utilizzato per fare le sostituzioni è, tra le altre, la circolare numero 4274 diramata il 4 agosto 2009 dal Ministero dell’Istruzione. "La regola è che non si può – ribadisce Meli –. Ma una circolare successiva, la 9839 del 2010, chiarisce in quali casi si può derogare. E i casi sono due: se l’alunno con handicap è assente o se si è in presenza di situazioni che non possono in alcun modo essere risolte se non, per l’appunto, chiedendo ad un docente di sostegno di sostituire un collega".

Ed è questa la fattispecie fatta valere più spesso dai dirigenti scolastici, che fanno sapere come le graduatorie siano esaurite e il reclutamento di docenti sia impossibile. "Ma allora le scuole devono far firmare al docente di sostegno un ordine di servizio col quale si deroga al contratto – precisa Meli –. Questo, però, pare non avvenga". "Dopo due anni di pandemia – conclude la presidente di Famiglie Disabili Lombarde – è ora che per il Governo il focus diventi la scuola, i bambini con bisogni speciali e un’efficiente sistema di reclutamente degli insegnanti, a partire dal sostegno".

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