
In centinaia a letto con la febbre
Milano, 1 gennaio 2025 – Per tanti lombardi il 2025 si è aperto tra termometro, fazzoletti e antipiretici. L’influenza 2024-2025 è entrata nella sua fase più “calda” (come da attese) anche se il picco è in arrivo verso la metà di gennaio. Influenza, certamente, ma anche Rhinovirus, virus gastrointestinali e altri malanni stagionali, che contribuiscono a dare la percezione del “tutti a letto ” con raffreddore, mal di gola e febbre. Del resto, con le feste di Natale e Capodanno "l'influenza cresce, come accade tutti gli anni" ricorda il virologo milanese Fabrizio Pregliasco.
Gli effetti delle feste
Ma gli effetti della triade "viaggi-baci-abbracci", così la chiama l’esperto ad Adnkronos Salute "presumibilmente li vedremo nella settimana successiva, quella della riapertura delle scuole", complici inconsapevoli i più piccoli che "sono sempre la fascia numericamente più colpita dalle sindromi simil-influenzali e quindi ne faciliteranno la diffusione".
La curva influenzale
"Di sicuro - osserva il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'Università Statale di Milano - tutte le infezioni respiratorie stanno salendo meno di quanto avevamo evidenziato nelle previsioni iniziali", in cui si era parlato di un'influenza 2024-2025 da circa 15 milioni di casi. Stime fatte, rammenta Pregliasco, "alla luce di una presenza importante, in Australia" e in generale nell'emisfero opposto al nostro, "della nuova variante virale H3N2. Almeno finora, invece, sul fronte influenza vediamo una circolazione a metà e metà dell'H3N2 e dell'H1N1", già ben noto al nostro sistema immunitario e "meno pesante nei suoi effetti".
Il mix di virus in circolazione
Le attese sul bilancio di fine stagione vanno dunque corrette al ribasso? "Ancora no - risponde il virologo - Aspettiamo metà gennaio prima di trarre conclusioni" su una partita ancora da giocare, un'influenza che in ogni caso "negli ospedali ha cominciato a farsi sentire con una quota di ricoveri", conferma Pregliasco. "Ricordiamo poi - conclude - che non c'è solo influenza, ma c'è una presenza in crescendo del virus respiratorio sinciziale Rsv, c'è ancora un po' di Covid e ci sono gli altri virus 'cugini'". Il banco di prova sarà dunque l'avvio del 2025.
Gli hotspot infettivologici
Per migliorare la gestione delle sindromi respiratorie virali in regione nel corso dei mesi invernali è stata lanciata l’iniziativa sperimentale degli 'Hotspot infettivologici'. Riguardano il primo livello di cura ed offrono un supporto sul territorio per i cittadini durante le fasce orarie in cui non è prevista l'attività ordinaria dei medici di medicina generale. Gli Hotspot sono attivi nelle sedi Asst situate in strutture di Continuità Assistenziale, Case di Comunità o spazi dedicati all'interno di presidi ospedalieri. Sono operativi dalle 20 alle 24, 7 giorni su 7. Non sono ad accesso diretto, i medici di continuità assistenziale valuteranno telefonicamente la necessità di indirizzare l'assistito (cittadini dai 6 anni in su con sindromi respiratorie) presso l'Hotspot più vicino.