Indagini sui presunti abusi Venticinque parole chiave per le ricerche su due cellulari

La Procura di Milano ha individuato i termini da inserire nei dispositivi, a caccia di indizi utili. Il figlio del presidente del Senato è indagato per violenza sessuale insieme all’amico dj Gilardoni.

di Federica Zaniboni

MILANO

Venticinque parole chiave e due cellulari per ricostruire un’intera nottata. Oltre ai nomi di una ventina di persone. Le analisi degli smartphone di Leonardo Apache La Russa (foto) cominceranno la settimana prossima. E punteranno alla ricerca di chat, foto, video e qualsiasi altro tipo di materiale che possa accertare la presunta violenza sessuale di cui il figlio del presidente del Senato è accusato. I vocaboli per procedere all’indagine, che consistono per lo più in radici di verbi e sostantivi - così da non correre il rischio di perdere un qualche passaggio a causa delle diverse desinenze -, sono state individuate ieri mattina dalla pm Rosaria Stagnaro, alla presenza del difensore di Leonardo e dell’amico deejay Tommy Gilardoni che è indagato insieme a lui per lo stesso reato. Assente invece l’avvocato che assiste la ragazza. Oltre alle parole chiave mirate alla ricostruzione dei fatti della serata tra il 18 e il 19 maggio, quando sarebbe avvenuto lo stupro ai danni di una ex compagna di scuola, la procura ha anche selezionato una ventina di nomi che verranno passati in rassegna. Si tratta di persone vicine a La Russa Junior con le quali potrebbero esserci messaggi o altri tipi di interazioni riguardanti quanto accaduto quella notte nell’esclusivo Apophis Club di Milano e nelle ore successive. È lì, infatti, che i due vecchi amici si sono incontrati e, secondo quanto dichiarato dalla presunta vittima in sede di denuncia, lui le avrebbe offerto un drink che le avrebbe provocato un blackout. La serata si è conclusa a casa della seconda carica dello Stato, dove si sarebbero consumati gli abusi, nonostante la presenza nell’abitazione dei genitori del ragazzo. Oltre alle testimonianze di amici, conoscenti e avventori del locale, sentiti in Questura, ulteriori chiarimenti potrebbero arrivare proprio dall’analisi dei cellulari. Sì, perché nonostante fino a ieri si sia sempre parlato di un solo dispositivo, sono invece due quelli sequestrati al figlio di La Russa. Non è da escludere che il contenuto sia identico in entrambi, in quanto uno sembrerebbe essere stato attivato in sostituzione dell’altro. Tutti e due saranno comunque vagliati dagli inquirenti.

Era stato Leonardo stesso a consegnarli alla Squadra Mobile lo scorso 14 luglio e poi sono state eseguite le copie forensi con la formula dell’accertamento irripetibile, escludendo tutti i contenuti coperti dalle garanzie costituzionali. Pubblici ministeri e investigatori, tuttavia, non hanno potuto entrare in possesso della sim, poiché risulta intestata allo studio legale del padre, presidente del Senato. Denunciando la violenza sessuale una quarantina di giorni dopo i fatti, la ragazza aveva dichiarato di essersi svegliata "nuda" e "confusa", senza alcun ricordo delle ore precedenti, nell’abitazione dell’ex compagno di liceo. Sarebbe stato lui, a quel punto, a informarla che avevano avuto un rapporto sessuale a sua insaputa. E le avrebbe detto che anche l’amico Tommy aveva fatto lo stesso. Sempre secondo quanto riferito dalla giovane alla polizia, quel giorno stesso Leonardo avrebbe provato a contattarla su Instagram, ma lei non aveva risposto per "paura".