Laura e Claudia uccise al casello da un’auto lanciata a 150 all’ora, il conducente aveva “crisi da fine del mondo”

La seconda perizia psichiatrica conferma l’incapacità di intendere e volere del 39enne che ha travolto le due amiche sull’A4: l’uomo era risultato positivo ad hashish e benzodiazepine

Incidente casello A4 e nel riquadro le due vittime Laura Amato e Claudia Turconi

Incidente casello A4 e nel riquadro le due vittime Laura Amato e Claudia Turconi

Milano – È arrivata una conferma sul vizio di mente dalla seconda perizia psichiatrica sul 39enne che, il 18 febbraio scorso verso le 2.30, aveva travolto l’auto di Laura Amato e Claudia Turconi, morte nello schianto, alla barriera autostradale Ghisolfa sulla A4 Torino- Milano.

A fine giugno il gip di Milano Ileana Ramundo aveva disposto, infatti, un supplemento di perizia psichiatrica nominando l'esperto Marco Lagazzi, dopo che da un precedente accertamento, sempre deciso dal giudice e affidato allo psichiatra Raniero Rossetti, erano emerse un'incapacità totale di intendere e volere dell'uomo al momento di fatti e la sua pericolosità sociale.

Nella relazione era stato accertato nella relazione che l'uomo soffre di una psicosi paranoide con crisi “da fine del mondo”. A quanto risulta, le nuove analisi psichiatrico-forensi avrebbero confermato nella sostanza gli esiti del primo accertamento. Le conclusioni della relazione, comunque, saranno discusse in un'udienza davanti al giudice fissata per domani, venerdì 8 settembre.

Secondo la prima perizia depositata, sul comportamento del 39enne - indagato per omicidio stradale e sottoposto a misura di sicurezza nell'inchiesta del pm Paolo Filippini e della Polizia stradale di Novara - quella notte ha inciso quel disturbo psicotico di cui soffre da anni, non l'hashish né le benzodiazepine che aveva assunto.

Se il vizio totale di mente dovesse essere riconosciuto nel futuro processo, l'uomo verrebbe assolto per incapacità di intendere e volere con applicazione della misura di sicurezza per la pericolosità sociale. Malgrado i suoi disturbi, però, il 39enne aveva ancora la patente valida. Era pure stato dichiarato incapace di intendere e di volere in passato in un procedimento per rapina, lesioni e violenza privata.