REDAZIONE MILANO

Inchiesta su Mps Greco di nuovo indagato a Brescia

Non c’è pace per la Procura e per l’ormai ex procuratore Francesco Greco (nella foto), in pensione da novembre. Dopo la vicenda della “loggia Ungheria“, ora Greco è di nuovo indagato a Brescia per abuso d’ufficio sul caso Mps assieme ai pm che ne erano titolari: Stefano Civardi, Giordano Baggio e Mauro Clerici. Stando all’ipotesi degli inquirenti, basata su segnalazioni della Procura generale di Milano e sulla denuncia di Giuseppe Bivona, consulente di fondi e azionisti che hanno fatto causa alla banca per le perdite subite, i magistrati milanesi si sarebbero resi responsabili di omissioni e irregolarità negli accertamenti. Su input di Greco sarebbero stati favoriti gli ex vertici dell’istituto senese Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori per i quali, dal 2016 in poi, nelle due tranche furono chieste archiviazioni e assoluzioni. Al vaglio sospette violazioni di legge, senza margini di discrezionalità, accordi e da codice un presunto "vantaggio patrimoniale".

Nell’inchiesta bresciana è stato sentito come teste per tre ore Gian Gaetano Bellavia, commercialista ed esperto di diritto penale dell’economia, che ha firmato una maxi perizia che ha ribaltato le conclusioni dei pm Baggio, Civardi e Clerici. Proprio dal suo verbale sarebbe scaturito l’approfondimento che ha portato a Brescia pure all’accusa di falso per Roberto Tasca, ex assessore milanese al Bilancio e soprattutto colui che ha redatto consulenze tecniche sui bilanci Mps. "Come al solito - replica l’avvocato Massimo Dinoia difensore dell’ex procuratore Greco - il procedimento si concluderà con l’ennesima archiviazione sia perché i fatti non sussistono sia perché la tesi della responsabilità del procuratore (per fatto o pensiero altrui) è singolare e giuridicamente infondata".