In un video il barman mostra il veleno per topi

A Milano, nuovi dettagli emergono sul caso di Alessandro Impagnatiello, il barman accusato di aver ucciso la fidanzata e madre di suo figlio. Un video mostra lui svuotare lo zaino con il veleno usato per avvelenarla. Testimonianze e ricerche online rafforzano l'ipotesi di premeditazione.

In un video il barman mostra il veleno per topi

In un video il barman mostra il veleno per topi

In attesa di tornare in aula il 23 maggio, spuntano altri dettagli sulle indagini che hanno incastrato Alessandro Impagnatiello, il barman che ha ucciso con 37 coltellate la sua fidanzata e mamma di suo figlio Thiago. Di ieri un video in cui lui svuota lo zaino davanti ai carabinieri di Senago. Il video risale al 28 maggio del 2023 il giorno dopo aver ucciso la sua compagna. É sereno, sicuro di sè, vuota il suo zaino in pelle marrone e butta il contenuto sul letto: vestiti, indumenti sporchi, guanti in lattice blu e poi una busta con dentro il topicida che usava per avvelenare la compagna Giulia. "Questo è veleno per topi. Sa perché?”, dice ai militari Impagnatiello. "Quando ci fumiamo le canne post lavoro sui gradoni in piazza Croce Rossa, arrivano panteganoni grossi così. A Milano girano topi così grossi per quello tengo il veleno così lo getto sui topi". In realtà quel veleno lo usava da tempo per uccidere Giulia e Thiago. E la famiglia Tramontano ha testimoniato in aula ricordando come Giulia negli ultimi tempi soffrisse di dolori di stomaco. "Ieri sono stata abbastanza bene, a parte il bruciore di stomaco, stanotte invece lo stomaco mi ha ucciso". Così scriveva in chat la giovane che due giorni fa avrebbe compito 30 anni a sua madre. Lo scriveva il 19 dicembre 2022, quando già Alessandro Impagnatiello, stando alle indagini della Procura, stava tentando di avvelenarla somministrandole il veleno nella tisana che le preparava la sera riempendola anche di altre sostanze. "Lo stomaco è a pezzi", scriveva ancora Giulia ad un’amica il 17 dicembre. E due giorni dopo: "Ho anche mal di testa". Intanto, da dicembre Impagnatiello digitava sul web in modo compulsivo: "veleno topi incinta", "veleno per topi gravidanza", "uccidere feto", "avvelenare feto", "ammoniaca feto", "veleno con calore perde efficacia". E il 2 maggio, il mese dell’omicidio, scriveva sul web "come procurare aborto alsettimo mese". Tutti elementi che rafforzano l’ipotesi della premeditazione.