La 18enne stuprata da Genovese: "Sono distrutta e sotto choc"

La confessione della ragazza violentata dall’imprenditore. Il suo legale: "Ora sta malissimo"

L’imprenditore milanese Alberto Genovese

L’imprenditore milanese Alberto Genovese

Milano, 20 novembre 2020 - "Sono distrutta, confusa, sotto choc. Mai avrei pensato di andare a una festa e poi vivere un incubo del genere". Si confida così con il suo legale la 18enne che lo scorso 10 ottobre, tra le ospiti a un festino a casa di Alberto Genovese, dopo essere stata stordita con un mix di droghe, è stata stuprata dal padrone di casa, ora in cella a San Vittore. La giovane, che puntava a fare la modella di professione, ora, racconta l’avvocato Luca Procaccini, "sta malissimo". È ancora una "bambina", con problemi, come capita ai giovanissimi, di tossicodipendenza che lei stessa non ha negato ai magistrati. "Ma dopo il danno enorme che ha subito, è un ulteriore dolore vedersi dipinta come una ragazza leggera - aggiunge il legale - sofferenza nella sofferenza sentirsi dipingere come una che se l’è cercata" come alcuni hanno detto. "Ogni volta che affiorano i ricordi di quella notte - prosegue l’avvocato - per lei sono solo frustate. Pian piano sta prendendo coscienza di quel che le è capitato e intraprendendo un percorso di cure con psicologi che la seguiranno per rimetterla in carreggiata, per aiutarla a riappropriarsi, per quanto sia possibile, di una vita normale" e superare il trauma "di quella terribile notte".

Una vicenda su cui di nuovo verrà ascoltata dal pm Rosaria Stagnaro e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella che coordinano l’indagine affidata alla Squadra mobile. E non è escluso che verrà anche invitata a spiegare se davvero Genovese le aveva detto di essere "innamorato" di lei e le aveva offerto un viaggio all’estero, come ha dichiarato in tivù Daniele Leali, amico dell’imprenditore. Intanto Genovese anche ieri ha visto i suoi avvocati. "Ci sono sfumature da arricchire e approfondire e cercheremo, nei limiti del possibile, di farlo con i magistrati", ha spiegato l’avvocato Davide Ferrari. Dagli atti finora consultati dalla difesa "emerge un quadro un po’ diverso da quello tracciato dalla procura e non così definito".  

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