BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Ponte sull’Adda fra Vaprio e Canonica: slitta la riapertura completa. I tempi

Disagi inevitabili per i pendolari, che dovranno ancora attraversare il cavalcavia con il senso unico alternato. I motivi del rinvio

Impalcatura danneggiata. Slitta la riapertura del ponte

Vaprio d’Adda, 29 novembre 2023 – Impalcatura danneggiata dalla piena del fiume a inizio novembre e lavori più lunghi del previsto, la fine del cantiere per sostituire i pendini messi alla prova dal tempo sul ponte dell’Adda fra Vaprio e Canonica slitta in primavera. La speranza era di riaprire per le festività natalizie. Tutto rimandato invece con disagi inevitabili per i pendolari alle prese con il senso unico alternato.

Per il Comune l’obiettivo "è sempre stato la sicurezza del cavalcavia" e per ottenerla ci vorrà ancora un po’ di pazienza. L’opera da 1,2 milioni prevista inizialmente nel 2021 è cominciata con 2 anni di ritardo fra rincari dei prezzi e problemi tecnici che avevano spinto l’azienda che si era aggiudicata l’appalto a recedere dal contratto.

Ora, altri mesi di passione in vista per gli automobilisti che ogni giorno fanno la spola tra la sponda milanese e quella bergamasca e viceversa, ci sono stati problemi anche nelle settimane estive, non così scariche di code come si poteva ipotizzare.

L’operazione sicurezza è scattata a giugno, sostituzione dei tiranti usurati, sullo sfondo la paura di imboccare un cavalcavia dopo la tragedia del ponte Morandi. In città non c’è mai stato nessun pericolo del genere, ma l’Amministrazione ha sempre chiesto che si accelerasse "anche solo per scongiurarlo sulla carta".

I tempi dell’intervento si sono dilatati per gli aumenti dell’acciaio al 200% che avevano finito per far sballare il quadro economico dell’opera. Sulla striscia d’asfalto che unisce le due rive del fiume ogni giorno si muovono 20mila veicoli, l’area è fra le più ricche e le più intasate della Regione, e il viavai ha causato il deterioramento dei pendini da cambiare. Un milione e 200mila euro il costo della manutenzione sostenuta a metà da Città Metropolitana, il resto dalla Provincia di Bergamo che ha riassegnato la commessa dopo la risoluzione consensuale con la ditta selezionata in origine proprio per mancanza di un accordo sui nuovi listini.

L’intervento terrà in esercizio il raccordo e ha portato con sé una sperimentazione: il divieto di passaggio sul ponte per i camion che pesano più di 3 tonnellate e mezzo. Misura prevista da un vecchissimo Accordo di programma firmato dai Comuni della zona e dalla Regione rimasto sulla carta.