
Massimo Bricocoli, direttore del Dipartimento di Architettura
La corsa verso l’alto dei prezzi in un "mercato impazzito" non stupisce chi da anni studia il fenomeno degli affitti brevi e raccoglie dati sul costo della casa a Milano e in Lombardia. Massimo Bricocoli, direttore del Dipartimento di architettura e studi urbani (DAStU) del Politecnico coordina Oca, l’Osservatorio Casa Abbordabile frutto di una partnership con Consorzio cooperative lavoratori e Libera unione mutualistica. Dall’ultimo report emerge che "a Milano la forbice tra redditi/salari e costi abitativi continua ad allargarsi" e in questo gioca anche un ruolo l’esplosione degli affitti brevi.
Le presenze turistiche crescono, oltre ai benefici quali costi deve sopportare il territorio?
"La vocazione turistica relativamente nuova di Milano non è stata accompagnata da servizi, come il trasporto pubblico, adeguati per reggere questi flussi. Gli alloggi messi sul mercato come affitti brevi sono sottratti allo stock disponibile per chi ha bisogno di una casa a Milano per lavorare o studiare, e questo è un danno. Anche altri territori lombardi stanno soffrendo questo fenomeno, perché paradossalmente non riescono a trovare casa quei lavoratori, come i camerieri, necessari per far funzionare la macchina del turismo. In città come Vienna, Parigi, New York o Barcellona sono state varate norme per limitare il numero di alloggi, mentre in Italia non si riesce a fare altrettanto".
Per quale motivo?
"A livello di decisori politici non c’è ancora una piena consapevolezza dei danni provocati da questo cannibalismo del patrimonio abitativo, perché il profitto di un singolo mette in difficoltà la collettività. Anche nel discorso comune ha preso piede l’idea che ci si può improvvisare affittacamere, con aspettative di reddito fuori scala".
È solo una questione di regolamenti nazionali e locali o servirebbe altro?
"In primo luogo servirebbe un’azione politica, la spinta dal basso non basta. Le restrizioni dovrebbero essere accompagnate da una pianificazione urbanistica che incentivi la creazione di soluzioni innovative, come ad esempio ostelli per famiglie e nuova ospitalità alberghiera, che creano posti di lavoro. Dal nostro report emerge che, nonostante la crescita dei flussi turistici a Milano, l’offerta di stanze in albergo è rimasta sostanzialmente invariata. Significa che questo trend ha avvantaggiato solo chi ha investito su alloggi per gli affitti brevi".
Sarebbe necessario aumentare anche l’imposizione fiscale?
"La rendita dovrebbe essere tassata di più, perché ad esempio l’imposizione sul lavoro è molto più alta. Così si rischia che i grandi eventi, come le Olimpiadi, portino benefici solo a pochi. La nostra idea è quella di incentivare un turismo sostenibile e non rapace, che riduca gli squilibri fra aree sotto pressione e territori in declino, riconvertendo ad esempio quei comprensori sciistici non più utilizzabili a causa del cambiamento climatico".
Andrea Gianni