GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Il teatro per tutti di “Eloiseloro“. In scena ragazzi con disabilità e no. E un crogiolo di lingue, Lis inclusa

La coop sociale realizza spettacoli unici: insieme sul palco persone con e senza fragilità appassionati e professionisti, più arti e nessuna distinzione d’età. "Speriamo diventi prassi".

Il teatro per tutti di “Eloiseloro“. In scena ragazzi con disabilità e no. E un crogiolo di lingue, Lis inclusa

Il teatro per tutti di “Eloiseloro“. In scena ragazzi con disabilità e no. E un crogiolo di lingue, Lis inclusa

C’è una ragione precisa per la quale i suoi spettacoli possono essere definiti "unici" senza correre il rischio di cadere nel retorico o nel celebrativo: la trasversalità delle persone coinvolte. Sul palco, uniti nella stessa trama, protagonisti della stessa storia, si affiancano e si alternano persone con e senza disabilità, sordi oralisti (quelli che si affidano alla lettura del labiale) e sordi segnanti (quelli che comunicano nella lingua dei segni), ma anche bambini, adolescenti e adulti, artisti per passione, artisti professionisti o che aspirano a diventarlo. E trasversalità chiama trasversalità: sulla scena convivono, a seconda dei casi, l’italiano, l’italiano segnato, la lingua dei segni, i sottotitoli e quel linguaggio non verbale che è di per sé teatro e danza. I suoi, infatti, non sono spettacoli solo di e per attori, di e per teatranti. Insieme a loro ecco ballerine, ballerini, cantanti e cantautori. "Mi rendo conto – dice lei – che è difficile descrivere i nostri spettacoli a chi non li ha visti. Diventa più semplice quando li si vive". Un melting pot di vissuti, sensibilità e abilità diverse. I fari sono puntati su queste ultime: le potenzialità personali che, una volta rivelatesi e unite a quelle degli altri, diventano uno spettacolo di e per tutti.

Lei è Francesca Varagnolo, ballerina, musical performer, attrice e insegnante di danza al Centro Teatro Attivo di Milano, a Dance Emotion e in altre accademie di musical. Ma è anche coreografa e, appunto, regista "pronta a lavorare insieme ad altri registi che vogliano sposare la causa", quella degli spettacoli del tutto accessibili, una causa che non porta avanti da sola: "Lavoro in team – precisa –, insieme a Maura Pevere e Davide Fiore coi quali ho fondato la cooperativa sociale Eloiseloro e ad altri professionisti". La svolta arriva nel 2006, dopo anni trascorsi a lavorare come ballerina in televisione per la Rai e Mediaset o in produzioni cinematografiche o in teatro. E la deve a sua figlia Emma, nata quell’anno: "Dopo il parto la mia quotidianità è cambiata – racconta Varagnolo –. Sono passata dalle giornate di lavoro per la televisione o per il teatro alle passeggiate al parco e in giro per la città col passeggino. È stato in quel frangente che ho iniziato a riflettere su quanto potesse essere complicata la vita per chi è cieco o sordo. Ho via via avvertito l’urgenza di un teatro che si proponesse di andare oltre ogni paletto e per valorizzare i talenti di tutti. Un teatro formativo anche per gli spettatori. Quindi ho deciso di iniziare questo percorso imparando la lingua dei segni: "Bisogna calarsi nella trincea per capire chi ci vive. Maura in particolare è la nostra referente Lis".

Oggi Varagnolo è una delle rare insegnanti di danza, musical e teatro che insegna in italiano e in inglese ma soprattutto in italiano segnato o nella lingua dei segni (Lis), "che in questa fase storica – sottolinea – è particolarmente utile a tutti i bambini, non solo a quelli sordi, perché sollecita una manualità che si sta smarrendo a causa dei device elettronici". Altrettanto fa in veste di regista. Tutto visibile (e godibile) nell’ultimo suo spettacolo: “A casa degli Addams, audizioni per un nuovo musical“. Qui si usano i linguaggi menzionati: italiano, italiano segnato, sottotitoli... E a recitare, cantare o danzare sono bambini sordi, ragazzi e adulti con disabilità, ragazzi e adulti senza disabilità, allievi ballerini e attori del Cta o della Dance Emotion. "Quello sforzo enorme ma appagante che è “A casa degli Addams“ – spiega Varagnolo – nasce dall’unione tra i professionisti di Eloiseloro, l’associazione “I ragazzi di Robin“, l’Ente Nazionale Sordi e i miei allievi di due scuole". Una squadra più unica che rara in teatro. "Sono stufa di sentire dire che lo Stato non fa questo o quell’altro: lo Stato siamo noi, prima di tutto bisogna darsi da fare. Abbiamo dato vita ad un format che dà le ali a chi, per pregiudizio e luogo comune, è socialmente percepito come impossibilitato a farlo, a chi fuori da casa trova barriere". La via è tracciata, e non da oggi: "Non inizio mai nessun progetto se non ho o se non c’è un obiettivo chiaro e coerente nel raggio di un lustro – sottolinea Varagnolo –. Porto avanti questa scelta con l’ambizione che questo modo di fare arte e di insegnarla alle persone che vi si cimentano e al pubblico possa un giorno diventare normale, diventare prassi". La costruizione dello spettacolo avviene partendo dai ragazzi. "Lancio una proposta, vedo come viene recepita e rielaborata dai ragazzi e poi cerco di metterla in scena valorizzando gli aspetti più significativi della loro rielaborazione. Per l’ultimo spettacolo ho proposto gli Addams perché sono al tempo stesso persone reali e speciali e perché ritengo che quello sia il musical per eccellenza per mettere in risalto i talenti dei ragazzi. Senza dimenticare che è accattivante per il pubblico". Già, se ne raccomanda la visione: "Ci sono ipotesi di repliche la prossima stagione".