MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Il risultato in città. Pd primo partito: 31%. Progressisti al 55%. Ma Meloni 48mila voti

Il sindaco Sala: "Bene il centrosinistra, rispondo alle critiche con il lavoro". Centrodestra al 36%, la premier al primo posto per numero di preferenze.

Il risultato in città. Pd primo partito: 31%. Progressisti al 55%. Ma Meloni 48mila voti

Il risultato in città. Pd primo partito: 31%. Progressisti al 55%. Ma Meloni 48mila voti

Il Partito democratico si conferma primo partito a Milano (31,38%), Fratelli d’Italia sale al 21,73% e Giorgia Meloni è prima per numero di preferenze (48.436), Alleanza Verdi e Sinistra si piazza al terzo posto con il 10,52% anche grazie all’effetto Ilaria Salis, Forza Italia (8,87%) è davanti alla Lega (6,14%), il Movimento 5 Stelle si ferma a un modesto 5,26%, mentre l’ex Terzo polo diviso si spartisce quasi a metà i consensi: Azione di Carlo Calenda non va oltre il 6,46%, Stati Uniti d’Europa di Matteo Renzi ed Emma Bonino è a un passo: 6,37%.

Il voto delle elezioni europee conferma che il capoluogo lombardo può contare su una solida maggioranza di centrosinistra. La somma di Pd, Avs, Azione e Stati Uniti d’Europa, infatti, raggiunge il 54,73%. Invece il centrodestra di governo – FdI, Lega e FI – si ferma al 36,74%, ben 18 punti dietro le forze progressiste che sostengono la maggioranza del sindaco Giuseppe Sala a Palazzo Marino. Il primo cittadino, non a caso, in un post mattutino su Instagram fa notare che "a Milano i partiti che mi sostengono hanno ottenuto il 55%. Un’altra volta lascio parlare i rumorosi oppositori e i media schierati e rispondo con il lavoro quotidiano. È la cosa migliore da fare".

L’analisi del voto di Sala, però, va oltre il dato milanese e le sue conclusioni sono in chiaroscuro sul futuro del centrosinistra a livello europeo e nazionale. Intanto il sindaco premette che nel Vecchio continente "hanno vinto le destre. Hanno vinto in Europa, dove però non governeranno. Si confermano in Italia". Ma il giudizio sul risultato del Pd a livello nazionale – 24% – è positivo: "Elly Schlein e il Pd hanno ottenuto un ottimo risultato, in ottica italiana e europea: una formazione che regge, laddove si registra una generale crisi della proposta socialista democratica. Vanno riconosciuti i meriti della segretaria e di una formazione che continua a essere un argine alle destre". Attenzione, però. Perché il numero uno di Palazzo Marino, osservando i numeri delle Europee, ribadisce che "il centrosinistra in Italia non è, purtroppo, competitivo. Tutti sottolineeranno la crisi del M5S, io ripeto quello che sto affermando da tempo: senza il centro non si vince. Giorgia Meloni parla di una restaurazione del bipolarismo puro. Lei ha un centro (FI, che ha ottenuto un buon risultato), noi no". Infine Sala, riferendosi all’affluenza alle urne – 49,69% a livello nazionale, 50,78% a livello milanese – parla di "un dato mortificante per il nostro Paese: l’Italia raggiunge il minimo storico di votanti alle elezioni europee più importanti della storia. Ma l’Italia senza un’Unione europea forte non va da nessuna parte".

I dati sull’affluenza devono far riflettere anche sul consenso in termini assoluti dei vari partiti. Prendiamo i primi due: Pd e FdI. Alle Europee del 2019 i dem erano al 36% (206.468 voti), alle Regionali 2023 al 27,7% (99.057 votanti) mentre ieri sera erano risaliti al 31,38% (158.506 voti). Alle Europee di cinque anni fa, invece, FdI era al 5.2% (29.618 voti), alle Regionali del 2023 al 20,5% (73.290 voti) e alle Europee 2024 è crescita fino al 21,73% (109.737 voti).