GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

"Il rilancio di Città Studi? Noi siamo a disposizione"

Igor De Biasio, amministratore delegato di Arexpo: è un progetto di portata nazionale, disponibili a portare la nostra esperienza

di Giambattista Anastasio

Nella versione finale dell’accordo sulla rigenerazione di Città Studi non se ne fa cenno. Rispetto alle bozze, la parte relativa all’eventuale coinvolgimento di Arexpo Spa nella partita che riguarda lo storico quartiere milanese è stata infine eliminata. Arexpo ha comunque in programma di estendere oltre Mind, del quale è proprietaria, il proprio raggio di azione come sviluppatore di aree. L’ingresso nella partita di Città Studi potrebbe quindi avvenire in una fase successiva.

Igor De Biasio, amministratore delegato di Arexpo: come giudica il Protocollo d’intesa firmato da Regione, Comune e Università Statale?

"Penso che sia giusto che a firmarlo siano state solo le tre istituzioni direttamente coinvolte nell’operazione. Il progetto che si intende realizzare a Città Studi è un progetto di portata nazionale, Milano farà un bel passo in avanti".

Auspica un coinvolgimento di Arexpo?

"Se si deciderà di coinvolgerci, noi ci saremo. Arexpo rappresenta un’opportunità per quegli enti pubblici che vogliono sviluppare aree e valorizzare asset: è il nostro mestiere. Come noto, abbiamo rigenerato un’area di un milione di metri quadrati, forse l’area più complicata d’Italia quanto a riqualificazione, attirando investimenti per 4 miliardi di euro. (Il riferimento è, ovviamente, all’ex area Expo, oggi ribattezzata Mind ndr). Mi piace dire che siamo risolutori di problemi. E siamo disponibili a mettere la nostra esperienza al servizio del progetto di Città Studi, se le istituzioni lo desiderano".

Lei ha parlato di investimenti, tema cruciale anche per Città Studi. Ritiene sia un progetto a misura di Recovery Fund?

"È giusto fare affidamento sul Recovery Fund ma credo che si possa e si debba andare anche oltre questo strumento. Da qui può certamente arrivare un contributo importante ma l’esperienza di Mind insegna che, quando un progetto vale, gli investimenti privati superano quelli pubblici. Dei 4 miliardi di investimenti attratti in Mind, più della metà originano da privati, per l’esattezza 2,5 miliardi. Questo risultato è stato possibile perché il progetto di Mind è un progetto di valore ma anche perché Arexpo ha saputo far parlare ai privati la lingua del pubblico e al pubblico la lingua dei privati riuscendo ad ottenere una semplificazione delle procedure. Arexpo è l’elemento che sta nel mezzo tra pubblico e privato e lavora perché si collabori nel modo più efficace possibile".

Questa esperienza e questo metodo possono essere replicati in Città Studi, un constesto diverso rispetto a Mind?

"Il contesto è sicuramente diverso: da un parte abbiamo un unico sito da un milione di metri quadrati e dall’altra un sito composto da aree diverse. Ma credo che Arexpo possa portare la sua esperienza anche qui, anche a Città Studi: si tratta sempre di trasformare aree e valorizzare asset. Detto questo, nel mondo non c’è solo Arexpo e a Milano ci sono progetti che viaggiano anche su canali diversi, penso al piano “Reinventing Cities“".

Arexpo intanto ha modificato lo statuto per poter operare anche al di fuori di Mind. Quali interventi avete in agenda?

"Dopo la legge sulla rigenerazione urbana approvata dalla Regione, si è ritenuto naturale estendere a tutta la Lombardia il raggio d’azione di Arexpo e sottolineo con piacere che questa decisione è stata presa all’unanimità dai nostri soci, quindi anche col favore del Comune di Milano. Ora il primo intervento nel quale saremo impegnati è la riqualificazione dell’ex campo base di Rho, stiamo lavorando insieme all’amministrazione comunale. Ma ci aspettiamo che da qui ad un anno Arexpo sia coinvolta in altri due progetti lombardi".

Quali? E che si prevede di fare nell’ex campo base di Rho?

"Al momento non posso svelare dettagli".