NICOLA PALMA
Cronaca

Il rapper Rondo daspato per 2 anni da tutti i locali

Il provvedimento del questore Petronzi dopo un raid all’Old Fashion. Ad aprile l’artista di San Siro fu ricevuto da Sala a Palazzo Marino

di Nicola Palma

Il rapper Rondo da Sosa, all’anagrafe Mattia Barbieri, dovrà restare lontano da tutti i locali di Milano per i prossimi due anni. All’artista diciannovenne, leader del collettivo Seven Zoo che lo scorso 15 aprile fu ricevuto a Palazzo Marino dal sindaco Giuseppe Sala per parlare delle problematiche del quartiere San Siro, è stato notificato il Daspo Willy, il provvedimento che prende il nome da Willy Monteiro Duarte, il ventunenne cuoco italo-capoverdiano vittima di un feroce pestaggio a Colleferro il 6 settembre 2020. La stessa misura, firmata dal questore Giuseppe Petronzi, è stata comminata al ventenne Zaccaria Mouhib alias Baby Gang (nel suo caso i divieti riguardano l’intera Città metropolitana) – già finito nel mirino con Neima Ezza per il maxi assembramento del 10 aprile in piazzale Selinunte – ed altri quattro ragazzi di età compresa tra 18 e 30 anni.

La stretta prende le mosse da quanto accaduto il 12 luglio in via Camoens, davanti all’Old Fashion. Stando a quanto ricostruito, alle 3.20 di quella notte Barbieri e alcuni amici hanno provato a entrare, ma sono stati respinti dagli addetti alla sicurezza per via di alcuni episodi violenti di cui si sarebbero resi protagonisti in passato. Dopo pochi minuti, è comparso Mouhib, residente a Sondrio e attualmente domiciliato nella comunità Kayros di Vimodrone: Baby Gang ha prima minacciato di ritorsioni il proprietario Roberto Cominardi e i vigilantes; poi, spalleggiato da una trentina di persone (la maggior parte a volto coperto e ancora da identificare), ha iniziato a lanciare sassi. Nel frattempo, è uscito dal locale un altro rapper, Laioung, a sua volta preso di mira dalla banda e costretto a rientrare in fretta e furia. La dinamica e le presunte responsabilità di Rondo da Sosa e compagnia sono state ricostruite dagli agenti della Squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì, grazie alla denuncia di Cominardi e all’analisi delle telecamere. Di conseguenza, i sei sono stati indagati per danneggiamento, minacce e percosse. Ora per Barbieri, Mouhib e altri quattro è scattato il Daspo Willy, la misura di prevenzione che dà al questore "il potere di vietare l’accesso a locali di intrattenimento e pubblici servizi nei confronti di coloro che siano già noti per atti di violenza e aggressioni e per coloro che che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nei tre anni precedenti, per spaccio di stupefacenti e per fatti commessi all’interno o nelle immediate vicinanze di scuole, plessi scolastici, sedi universitarie, locali pubblici o aperti al pubblico". I sei destinatari rispondono a queste caratteristiche. A cominciare da Barbieri, che ha precedenti penali e di polizia per istigazione a delinquere, lesioni personali, rissa, danneggiamento, appropriazione indebita, lesioni personali, minacce e furto. Lo stesso vale per Mouhib, già condannato a 10 mesi per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e furto commessi nel 2017 e a tre anni per una rapina del 2018. E gli altri quattro? Due anni di Daspo anche per E.T. (con avviso orale e foglio di via obbligatorio da Milano fino al 2023), trentunenne albanese con precedenti per rapina aggravata nonché sospettato di aver esploso colpi di pistola durante una rissa. Diciotto mesi di stop per A.F., senegalese di 25 anni; 12 per S.A.G., nato 24 anni fa negli Emirati Arabi; 6 al diciannovenne incensurato P.N. I riflettori sul fenomeno delle bande giovanili legate al panorama musicale rap si sono accesi il 10 aprile, quando in 300, convocati via social da Baby Gang e Neima Ezza, si sono radunati in via Micene per fare da sfondo a un videoclip: niente mascherine e distanziamento azzerato nonostante fossimo in piena seconda ondata pandemica. L’intervento delle forze dell’ordine fu accolto da insulti e lancio di sassi, bastoni e bottiglie. Alcuni giorni dopo, scattarono perquisizioni e denunce. Ora i Daspo, un tipo di misura che dall’inizio del 2021 Petronzi ha già utilizzato in 138 occasioni in vari ambiti. Lunghissimo l’elenco di luoghi che Barbieri, Mouhib e gli altri dovranno evitare: dalle discoteche ai luna park, dai pub alle gelaterie.

"Tempo fa avevo incontrato a Palazzo Marino due rapper accompagnati da don Claudio Burgio – ha spiegato ieri sera Sala – un prete di periferia che da tanti anni cerca di salvare quanti più ragazzi possibile da vite destinate al dolore. Uno dei due è stato raggiunto da un Daspo emesso dal questore di Milano: forse, quindi, il mio impegno nel cercare un confronto positivo non è bastato. Ma questo è ciò che fa un sindaco: ci prova, cerca di comprendere il malessere, non si gira dall’altra parte. Continuerò a provarci e a stare al fianco di chi crede che una possibilità vada data a tutti".