LAURA LANA
Cronaca

A Sesto il “Monopoly” dei campus: la città sogna di ospitare 9 strutture, per un totale di oltre 10mila studenti

Anche Cologno Monzese vuole il suo polo. Ma mancano servizi per i giovani

Il Monopoly dei campus. Dagli operai agli studenti. Sesto resta un dormitorio . Ai fuori sede solo un tetto

La hall dello studentato che sta nascendo sulle aree Falck a opera della società Milanosesto

Sesto San Giovanni (Milano) – Diecimila studenti in 9 studentati. Diecimila under25 ad abitare maxicampus in stile americano e monolocali che strizzano l’occhio ai vecchi residence. Diecimila under25 in una città dove un quarto della popolazione è over65. Sesto San Giovanni si candida a diventare la terra degli universitari fuori sede, tra progetti già partiti, altri nel cassetto e idee futuribili.

Anche Cologno Monzese ha da poco annunciato la volontà di realizzare, sul proprio territorio, uno studentato. L’hinterland sempre più vecchio, con una spesa pubblica prosciugata dai servizi sociali, sogna il cambio generazionale. E gli operatori privati - per lo più fondi stranieri - ci si buttano a capofitto. È il business del momento, soprattutto a Milano - che si prepara ad accogliere oltre 60mila fuori sede - e soprattutto in epoca di Pnrr.

Secondo il report "Italy Student Housing" di Savills, il numero di universitari in Italia è cresciuto costantemente negli ultimi anni, superando la soglia di 1,9 milioni con un aumento del 5% solo nell’ultimo anno. L’Italia continua ad attrarre studenti internazionali, a loro volta cresciuti del 75% rispetto a 10 anni fa. In questo contesto, Milano vanta il maggior numero di universitari che arrivano dall’estero in termini assoluti (oltre 21mila). E nelle città che costeggiano le linee delle metropolitane, tutti oggi vogliono accasarli. Le amministrazioni pubbliche, dal canto loro, stendono tappeti rossi ai privati che promettono il campus più grande, più moderno, più accessoriato.

A Sesto, Camplus di via Mantova è rimasto per anni l’unico esistente: 152 posti, "soli 30 minuti a piedi per arrivare all’Università Milano Bicocca", 770 euro per gli studenti già residenti e 800 euro al mese per i nuovi. In via Milanese/viale Sarca, al confine con Milano, un’ex cabina dell’Enel si sta riconvertendo in un campus da 500 posti grazie a un fondo austriaco, che ha già stretto una convenzione con Bicocca per garantire il 20% dei letti (72) al diritto allo studio, sostenendo così i ragazzi con un Isee basso (che pagheranno un canone inferiore rispetto ai 750 euro al mese).

L’altro cantiere già avviato è sul comparto Unione Zero delle ex Falck: 550 camere per 700 studenti col bollino di Aparto che, dopo il successo delle aperture di Giovenale e Ripamonti a Milano, sta sviluppando un nuovo progetto a Bovisa. Ma sulle vecchie acciaierie è prevista anche una seconda struttura, che potrà planare su 40mila metri quadri: qui era stato disegnato il megacampus all’americana del San Raffaele2 per 5mila studenti. Condizionale d’obbligo, dopo che la Fondazione non ha mai depositato il piano finale nonostante le pratiche concluse dal Comune.

Sul tavolo degli uffici c’è poi la proposta della proprietà dell’ex Impregilo, sempre un fondo straniero: resta il prospetto dell’ex Ercole Marelli, citazione del passato operaio di Sesto, ma si trasforma l’interno per ospitare 800 stanze per i fuori sede. A due passi, cambiando isolato, c’è la vecchia sede Wind: ancora in fase embrionale la proposta di trasformazione in hotel/studentato. Così come spinta appare l’ipotesi di riconvertire il posteggio Gramsci/Rondò in un’altra casa degli studenti. Infine, ci sono le due strutture comunali, rimaste oggi vuote: la Casa Albergo e il Residence Puccini, entrambe a vocazione ricettiva per universitari e lavoratori temporanei.

Nove caselle piazzate in ogni quartiere: è il nuovo Monopoly sestese. Tuttavia, per fare il salto da città delle fabbriche a città degli studenti, non basta assicurare un posto letto. Serve riconfigurare tutta la struttura della città, a partire dai suoi servizi, come insegnano Parma, Trento e Padova. "Verranno man mano e verranno da sé, anche per iniziativa di privati e commercianti", dice l’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda. Ma questi potenziali 10mila studenti, tra due anni, avranno solo una biblioteca cittadina, già oggi insufficiente per spazi e orari, neanche un luogo di aggregazione giovanile o un hub dove passare dalla formazione accademica al lavoro. Una città tutt’altro che smart, ancora oggi coperta in poche aree dal wifipubblico, senza sale studio e lontana anche dalla movida e da un’animazione culturale pensata anche per i più giovani.

Così, alla fine, questo nuovo 12% di popolazione avrà solo un tetto sulla sua testa, alla modica cifra di 800 euro al mese. Col rischio di diventare fuori sede due volte: dalla città di origine e anche da quella temporanea. Trascorrendo tutto il proprio tempo a Milano e tornando a Sesto - o a Cologno - solo per dormire. Da hinterland dormitorio per gli operai a dormitorio per gli universitari il salto è breve. "Nel 2027 sulle Falck, sotto il Laminatoio, è prevista la nuova immensa biblioteca così come il parco urbano attrezzato – dice ancora Lamiranda –. Abbiamo creato nuove ciclabili per connettere i campus di via Mantova e Milanese alla fermata del metrò a Marelli, al polo della Statale di piazza Montanelli e a Bicocca. Abbiamo chiesto alla proprietà dell’Impregilo di sottoscrivere convenzioni con gli Atenei per il diritto allo studio e via Milanese avrà una sala studio aperta a tutti i sestesi, non solo ai residenti della struttura. La nostra parte la stiamo facendo". Eppure nel documento unico di programmazione, che stabilisce le azioni politiche dell’amministrazione fino al 2026, di studenti non si parla e non si legge alcun progetto specifico. Alla voce “Sesto più attrattiva” del Dup si legge solo "Città della Salute, più eventi di quartiere, rafforzamento del sistema delle ville storiche". Un po’ poco per una città che ha l’ambizione di ospitare 10mila under25.