Il mistero e la magia del Presepe. Capolavori ispirati al poverello d’Assisi

800 anni fa, San Francesco creò il primo presepe a Greccio. Per celebrare questo evento, un Museo diffuso tra 10 istituzioni lombarde espone antichi codici, ricami, altorilievi e interpretazioni contemporanee. A Milano, concerti e visite serali all'Ambrosiana.

Il mistero e la magia del Presepe. Capolavori ispirati al poverello d’Assisi

Il mistero e la magia del Presepe. Capolavori ispirati al poverello d’Assisi

La notte di Natale di 800 anni fa, san Francesco rappresentava il primo presepe a Greccio, paesello ai confini di Umbria e Lazio. Voleva il poverello d’Assisi onorare la semplicità e lodare l’umiltà, che credeva avessero contraddistinto la nascita di Gesù, secondo l’esperienza del suo viaggio in Terrasanta, tra 1219 e 1220, dove visitò probabilmente la grotta di Betlemme, nell’attuale Cisgiordania. Là allora nasceva la Custodia Terrae Sanctae, affidata ai francescani missionari di pace, in mezzo all’infuriare di crociate, eccidi, violenta propaganda. Tragedia ancora attuale. Significativo, perciò, il programma presentato all’Ambrosiana di Milano, nell’ambito dei Centenari Francescani in Lombardia 2023-2026, con la partecipazione di Giuseppe Caffulli direttore della Fondazione Terra Santa a “800 anni dal presepe di Greccio”. Fino al 7 gennaio uno speciale Museo diffuso si stabilisce tra dieci istituzioni ecclesiastiche lombarde: nei Musei Diocesani di Brescia, Cremona, Pavia, nella Collegiata di Castiglione Olona, al M.A.C.S. di Romano di Lombardia e nella Basilica di Gandino (entrambi area Bergamasca), antichi codici miniati, ricami, altorilievi lignei dorati e policromi, e interpretazioni contemporanee. A Milano: nel Museo dei Cappuccini, eccezionalmente esposta la tela di Gerard Seghers, “San Francesco e Santa Chiara in adorazione del Bambino Gesù”, dolcissimi; al P.I.M.E. una versione cinese; in Sant’Eustorgio, Magi e pastori del Cinquecento e Seicento. Il fulcro, con concerti e visite serali esclusive, all’Ambrosiana: la luce divina irraggia nel “Presepe” di Federico Barocci, “una delle più care cose” possedute dal cardinale Federico Borromeo. E nella sotterranea Cripta di san Sepolcro, sotto l’incanto di stelle dipinte, si espongono sette diorami provenienti dallo straordinario Museo del Presepio di Dalmine. A.M.