
Cottarelli agli Stati generali della Scuola Digitale: "Investimenti e formazione per conciliare menti e tecnologia"
di Simona Ballatore
BERGAMO
"L’impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia c’è, ma al momento è meno forte rispetto alle aspettative. Molti dicono che siamo ancora in una fase di incubazione, vedremo. Di sicuro servono investimenti". Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, economista e direttore de Programma per l’Educazione nelle Scienze Economiche e Sociali dell’Università Cattolica, è tra i protagonisti della prima giornata degli Stati Generali della Scuola Digitale, che si apriranno oggi a Bergamo.
Quali sono gli effetti dell’intelligenza artificiale sulla crescita economica?
"Se vediamo i risultati anche negli Stati Uniti, dove l’IA ha raggiunto livelli più avanzati, il tasso di crescita della produttività degli ultimi quattro o cinque anni è aumentato dello 0,4%, mentre nel periodo d’oro della seconda rivoluzione industriale, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, era stato del 2% l’anno".
Nel bene e nel male?
"Sì. Da un lato il nostro benessere non sembra essere aumentato di molto, dall’altro non c’è stato un impatto preoccupante su altri fronti, penso alla paura per la perdita di posti di lavoro. Gli effetti saranno importanti, ma ci vorrà più tempo per vedere le ricadute sui diversi settori".
Siamo attrezzati?
"C’è stato un picco nell’utilizzo di strumenti, anche di intelligenza artificiale generativa. Pensiamo alla vita di tutti i giorni e ai nostri lavori: anch’io utilizzo ChatGpt, non tanto per le ricerche di informazioni, per le quali bisogna stare molto attenti visto che si possono trovare risposte sbagliate, ma per migliorare le presentazioni, per la parte di editing, per rendere più elegante il testo. Risparmio tempo che posso investire in altro".
La tecnologia sostituirà professioni, come in passato?
"Con una grande differenza: prima sostituiva lavori manuali, anche pericolosi. Questa rivoluzione ci sorprende di più perché mette in discussione lavori che si pensavano “intoccabili” anche perché richiedono un certo livello di educazione".
Servirà più formazione?
"Tutte le innovazioni richiedono formazione, come pure grandi investimenti. Nel 2024 l’investimento sull’IA è stato intorno ai 130 miliardi di dollari e veniva in particolare da due Paesi, Stati Uniti e Cina. L’Europa ha annunciato di voler mobilitare 200 miliardi".
E com’è messa l’Italia?
"In termini di utilizzo dell’intelligenza artificiale siamo ai livelli degli altri Paesi europei, in termini di investimento siamo ancora indietro. Si fa fatica".
Oggi sarà Stati Generali della Scuola Digitale: un consiglio al mondo dell’educazione?
"Stare attenti ai rischi di disinformazione e usare strumenti che possono aiutarci a migliorare, ma senza perdere le capacità che abbiamo: anche se abbiamo i calcolatori, non dobbiamo disimparare a fare le operazioni. Bisogna conciliare menti e tecnologia".