
di Francesca Grillo
L’operazione Quadrato del 2018 ha fatto tremare la terra sotto i piedi ai narcos di Corsico, quando in carcere sono finiti gli esponenti di punta dei traffici.
Quando sono scattate le manette per i fretelli Francesco, Antonio e Salvatore Barbaro, si è reso necessario riorganizzare la squadra, "far salire gente da giù, dalla montagna", cioè dall’Aspromonte, come dicono gli arrestati nell’operazione Quadrato 2. È il proseguimento della prima attività, condotta dai carabinieri della Compagnia di Corsico guidati dal capitano Pasquale Puca e dal tenente Armando Laviola.
Oltre un anno di lavoro per arrivare all’ordinanza firmata dal gip Teresa De Pascale, con attività coordinata con la Dda di Milano, diretta da Alessandra Dolci e dal pm Stefano Ammendola. In totale, 17 arresti, di cui 10 in carcere, 5 ai domiciliari e due all’obbligo di firma. Sono ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione finalizzata al traffico di droga, detenzione e porto di armi clandestine e per due degli arrestati c’è anche l’aggravante dell’associazione di stampo mafioso, perché hanno agevolato "l’articolazione territoriale della locale di ‘ndrangheta di Corsico-Buccinasco", si legge nell’ordinanza, cioè la ‘ndrina dei Barbaro e Papalia.
Al centro dell’indagine ci sono Saverio Barbaro, ‘ngioia, 30 anni, di Locri, e Luigi Virgara, di Platì, 45 anni. Con loro, un esercito di fedelissimi, a partire da Francesco Marzano, 34 anni, il "luogotenente". Da lui partono le indagini per fare luce sul "sistema bis dei narcos", da quando acquista un chilo e 250 grammi di cocaina, da due arrestati della precedente operazione. Iniziano intercettazioni, localizzazioni, telecamere nascoste che riprendono spostamenti e inchiodano i traffici imbastiti tra Saverio Barbaro, Lorenzo Boubli, Giuseppe D’Amato, Massimo Delmiglio, Fabio Di Fatta, Angelo L’Arocca, Francesco Marzano, i gemelli Perrone e Vigara, ma fanno anche luce su un capannone a Gaggiano dove si produceva marijuana illegale. Non è stato facile scoprire i traffici degli arrestati che acquistavano la droga per poi smerciarla e rifornire le piazze di Corsico, Cesano (in particolare il quartiere Tessera), Buccinasco. "Uno scenario operativo ostile – si legge nelle 388 pagine dell’ordinanza – e impermeabile alle attività di indagine, per la particolare abilità degli indagati" che si incontravano solo di persona, usavano messaggi e telefoni con sistemi anticriptaggio e contavano su innumerevoli appoggi. Eppure i carabinieri ce l’hanno fatta a ricostruire il tessuto, a riprendere con telecamere nascoste gli spostamenti e gli scambi di droga e contanti, a registrare sulle intercettazioni i discorsi sugli acquisti, anche se la banda parlava in codice. "Fammi il solito", dice Boubli a Marzano mentre si scambiano marijuana e contanti. "La cozza – cocaina, ndr – la vuoi? Ti do 20 grammi, a credito, paghi col conto nuovo. Maria te ne devo portare?", risponde Marzano. Sfacciati, forse troppo sicuri di se stessi: cercano in ogni modo di passare inosservati, abbassano la voce, si spostano, ma poi convinti di non essere ascoltati parlano dei traffici come se niente fosse.
"È bella la ragazza, ma non balla. Esteticamente è bella la macchina, ma prestazioni scadenti", dice Marzano a Barbaro, riportandogli le lamentele degli acquirenti per merce scadente. Un linguaggio criptico usato maldestramente, anche da parte del bidello Virgara, l’uomo che arrivava da giù, che imbastiva gli affari e che nel 2018 era riuscito a farsi assumere al liceo Vico di Corsico, mentre lo scorso anno era alle medie del Pino Puglisi a Buccinasco. Era lui, dice il pentito Domenico Agresta, imparentato con Virgara, a gestire i traffici.