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Milano - Da ventimila metri quadri “spalmati“ in cinque strutture a 30mila concentrati in un’unica sede, nell’area “ex Macello“ del quartiere Calvairate. Qui sta prendendo forma e casa il campus Ied Milano. Obiettivo temporale: tre anni. Nel frattempo, per far fronte alla crescita di studenti (sono quattromila quest’anno in città, con un +26% di iscritti stranieri) e alla necessità di nuovi spazi, Ied si amplia in una palazzina di via Piranesi, accanto al Palazzo del Ghiaccio e a pochi metri di distanza da quell’area su cui sta disegnando il suo futuro. Qui è stato presentato il piano di investimento - da 100 milioni di euro - dell’Istituto Europeo del Design.
Un piano che prevede la creazione di nuovi campus anche a Roma, Madrid e Bilbao oltre all’ampliamento delle altre sedi esistenti mentre sono allo studio nuove aperture europee (si guarda già al Portogallo) ed extra europee. A inquadrare la sfida è Francesco Gori, amministratore delegato del Gruppo, annunciando anche la trasformazione di Ied da Spa a società “benefit“. In una cornice in cui l’Italia resta fanalino di coda quanto a spesa universitaria, l’Istituto Europeo di Design punta ad attrarre più studenti, soprattutto internazionali. "Rappresentano il 30% dei nostri iscritti, l’ambizione è quella di arrivare al 50% intercettando i flussi soprattutto dall’Asia, dagli Stati Uniti e dal Sud America - spiega Gori -. Un’opportunità anche per il nostro Paese: uno studente che arriva in Italia crea un indotto pari a quello di 100 turisti". Di qui l’idea di puntare sul concetto “campus“.
A Milano la cordata “Aria“ della quale fa parte Ied (vincitrice del bando del Comune “Reinventing City) punta sul Calvairate, concentrando le attività nei due capannoni esistenti nell’area ex Macello, da riqualificare, e in un edificio iconico di nuova costruzione che sarà progettato dall’architetto Cino Zucchi. In quest’area, in concessione per 90 anni, "uno dei due capannoni, per circa seimila metri quadri, sarà dedicato completamente ai laboratori - spiega Emanuele Soldini, Chief Operating Officer del Gruppo Ied –, spazi più che raddoppiati visto che al momento i nostri laboratori, nelle diverse sedi milanesi, occupano 2.200 metri quadri. Ci saranno anche una grande biblioteca, un auditorium, spazi aperti alla città". Mentre una società esterna si occuperà anche di creare - sempre nell’area - residenze per studenti.
A Roma stessa operazione: si conta di riunire gli indirizzi oggi disseminati in tre sedi in un unico campus nell’area ex Mira Lanza, partecipando a un bando per rigenerare il quartiere. Per Madrid è stata individuata l’area di Matadero, a Bilbao si cresce nell’edificio Papelero. "Nell’era della formazione a distanza crediamo che la formazione sia esperienziale", sottolinea Soldini. "L’interazione forte delle scuole e degli studenti dei diversi indirizzi, sotto lo stesso ombrello formativo e sotto lo stesso tetto, è nel nostro Dna", ricorda Riccardo Balbo, direttore accademico del Gruppo, ripercorrendo la storia dell’istituto sin dalla sua fondazione, nel 1966 da parte di Francesco Morelli, scomparso nel 2017.
Sono oltre 10mila gli studenti Ied ogni anno, da oltre 100 Paesi; l’Istituto è forte di una rete di oltre 100mila alumni che creano sinergie con l’istituto dopo il percorso formativo, insegnando o assumendo nuove leve (il tasso di occupazione a un anno dal diploma è pari al 96,5%). A Milano i corsi in crescita sul 2021 sono Product Design, Interior Design, Graphic Design e Design della Comunicazione. ll corso in assoluto più numeroso è quello di Fashion Stylist. Piano di investimento alla mano, l’appello va al futuro governo. "Chiediamo regole semplici. Chiare e uguali per tutti – conclude Francesco Gori -. Perché oggi in Italia le regole per istituzioni private e pubbliche sono diverse. Come le regole per università e Afam e per università fisiche e online. In una situazione così complessa andrebbe messo un po‘ di ordine".