DANIELE
Cronaca

Idee sul tavolo per una scuola più moderna

Daniele

Nappo*

è una scuola che sta cambiando, una scuola che affronta con grinta e competenza le crescenti difficoltà educative aggravate da politiche sbagliate che hanno reso insegnanti e studenti risorse sempre più sovraccaricate d’impegni. Questo cambiamento mette in moto un processo d’innovazione profonda in cui tutti i soggetti della vita scolastica sono posti nelle condizioni di essere interpreti, assumendosi le proprie responsabilità. La scuola di oggi dev’essere capace di differenziare e personalizzare gli apprendimenti così che ogni studente possa essere valorizzato per le sue attitudini e il suo potenziale. (...) La scuola può essere trasformata solo da coloro che la abitano e la vivono ogni giorno e che oggi chiedono alla politica di adempiere al suo vero compito: garantire le condizioni e risorse perché questo difficoltoso processo si avvii e si realizzi. Il percorso di istruzione che va dai 3 ai 18 anni deve avere un principio educativo rinnovato, l’inclusione e la formazione culturale per affrontare la vita adulta per poter sviluppare scelte consapevoli e indipendenti. Servono interventi con una visione d’ insieme, mirati a costruire le condizioni per la profonda innovazione metodologico-didattica necessaria, obiettivo e criterio di ogni azione di cambiamento. La scuola in cui viviamo e lavoriamo ora, non è sempre in grado di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano, di fatto, la libertà, la scelta e l’eguaglianza dei cittadini. I cambiamenti da mettere in atto devono essere volti al miglioramento dell’apprendimento di tutti e di ciascuno.

La scuola, che penso, è in grado di operare non come un sistema burocratizzato quanto, invece, come un’organizzazione pensante, una comunità di attività dinamiche che definisce, valuta, contestualizza, controlla e modifica continuamente il proprio operato per adattarlo e contestualizzarlo per renderlo attuale ed interessante. Una rete organizzata nei momenti collegiali dove il rapporto genitori docenti è centrato sulla vicendevole valorizzazione, dove essi riconoscano reciprocamente i ruoli e gli ambiti di azione. Il patto di corresponsabilità educativa deve certamente rappresentare il termine di un percorso di condivisione, non solo delle regole di convivenza, ma soprattutto deve contenere degli obiettivi da perseguire. La scuola che immagino, infine, interagisce di più con il territorio perché luogo di apprendimento, di realizzazione di una società inclusiva. È per questo motivo fondamentale rilanciare iniziative condivise come i Patti formativi territoriali.

*Direttore scuola Freud