I soldi in arrivo. Quasi 2,5 milioni per il maltempo

L’assicurazione garantirà anche opere di restyling. L’accordo è stato approvato in Consiglio comunale. .

I soldi in arrivo. Quasi 2,5 milioni per il maltempo

L’istituto Ipsia Majorana è stato uno degli edifici più colpiti dal maltempo

di Barbara Calderola

"Senza copertura, saremmo stati rovinati". Antonio Fusè non ha dubbi, la sua Melzo ha pagato un conto durissimo al cambiamento climatico. "Abbiamo provato sulla nostra pelle di cosa stiamo parlando", dice il sindaco. Un anno dopo la grandinata, che devastò la città, il Comune si prepara a incassare i soldi dell’assicurazione. "Ci rimborseranno 1,8 milioni e altri 700mila se li accolleranno per opere che porteranno a termine in prima persona". Soldi che andranno a coprire gli anticipi messi sul piatto dalla Giunta per ripartire dopo il dramma.

Fusè brinda all’accordo, che è stato recepito in aula con le variazioni di bilancio. Nel luglio 2023 la tromba d’aria devastò case, capannoni, oratori e una ventina di edifici pubblici fra scuole, piscina, cimitero, centro anziani, parchi, parcheggi, ospedale. "Un disastro che ha segnato un prima e un dopo", ripete il primo cittadino che ha ha cominciato subito a mettere a punto la ricostruzione. "Servivano risorse". E adesso sono in arrivo.

I fondi andranno a coprire una lunga lista di opere in attesa, dalla sistemazione nei quartieri di case popolari in via Aldo Moro, via Sant’Antonio e via Sturzo, a interventi su Palazzo Trivulzio e al teatro Trivulzio, rifacimenti stradali e verde. Dalla furia del maltempo non si era salvato quasi niente. "La trattativa è stata lunga e complessa – sottolinea il sindaco – come tutto il resto di questa vicenda". Le polizze sono state l’unico salvagente per tante famiglie con case e auto mitragliate dalla grandine. Molti, che non ne avevano stipulate, hanno pagato tutto di tasca propria senza avanzare pretese: "C’è stata grande civiltà". Anche durante i giorni più duri, con le strade allagate, gli alberi a terra e la Martesana in ginocchio.

Un’apocalisse costata quasi 50 milioni nella sola Melzo, il grosso a carico dei privati, più di 3mila le segnalazioni di danni al municipio, macchine escluse. Cifre che raccontano il dramma. La torre, simbolo della città, era stata subito rimessa a posto. Un modo per spronare la comunità a non arrendersi. Scesero chicchi di ghiaccio grossi come palline a da tennis, "mai visto niente del genere". Dieci mesi dopo, la furia della natura si è abbattuta su Bellinzago e Gessate: a maggio un’alluvione ha lasciato senza casa una trentina di famiglie. Un altro capitolo della febbre del pianeta sul territorio, nonostante tutte le opere di ingegneria idraulica portate a termine e in cantiere.