
"Questa autostrada non serve e non la vogliamo". Cambiago sposa la causa dei Comuni brianzoli ai propri confini "contro la Tratta D breve di Pedemontana, tracciato nel mirino di 11 sindaci, oltre a Maria Grazia Mangiagalli ci sono i colleghi di Agrate, Bellusco, Bernareggio, Burago, Carnate, Caponago, Cavenago, Ornago, Sulbiate e Vimercate. L’altro ieri, insieme, hanno abbandonato la Regione in polemica con l’assessore alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi. "Ci ha convocati all’ultimo minuto solo per pro forma – spiegano gli amministratori dopo l’Aventino – il nostro compito è difendere il territorio e intendiamo farlo con ogni mezzo a disposizione. Questa inutile colata di cemento devasterà il Parco agricolo Nord Est, il corridoio verde che abbiamo preservato intatto per decenni, e non risolverà i problemi del traffico". I Comuni della fronda hanno già consegnato al Pirellone un parere tecnico scritto con l’aiuto dell’avvocatessa Claudia Parise nel quale hanno messo in fila "una serie di rilievi sull’opera e sull’iter che la riguarda - sottolinea Mangiagalli – siamo di fronte a un’infrastruttura diversa da quella approvata dal Cipe (Comitato interministeriale per lo sviluppo economico) a suo tempo, sottoscritta con altre città". Il riferimento è alla tratta “D lunga”, cancellata per mancanza di fondi, che non avrebbe toccato questa zona, ma la Bergamasca, "come sarebbe ovvio per la Pedemontana che invece sta diventando un’altra circonvallazione di Milano". I Comuni hanno indicato un’alternativa: il potenziamento della Tangenziale Est", ma "per tutta risposta la Giunta lombarda ha approvato il tracciato della “D breve” due giorni prima del nostro incontro". Da qui la scelta di abbandonare i lavori. "È stato subito evidente che non c’era nessuna possibilità di incidere sul tracciato. Sono due anni che chiediamo un confronto vero – ricorda il sindaco –, ma finora ogni nostro invito a collaborare era rimasto lettera morta. A pochi giorni dalla Conferenza dei servizi sull’autostrada, a Roma, invece, ci troviamo a Palazzo Lombardia. Ma il tempo è scaduto". "Chiedevamo questo tavolo, quando la situazione non si era ancora incancrenita proprio per provare ad aprire un dialogo. La delibera regionale di tre giorni fa sul percorso dimostra che quello che siamo andati a fare a Milano è una bella recita e non ci stiamo". Per Terzi "i sindaci hanno perso un’occasione per parlare delle misure a favore dei territori. Nell’approvare il tracciato abbiamo posto particolare attenzione allo sviluppo della zona e alla sostenibilità dell’infrastruttura per facilitare interconnessioni e spostamenti nel rispetto dell’ambiente e dell’area".
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