I Radicali rilanciano la battaglia: "Chiudere gli istituti per minori". FdI: lo Stato non fa passi indietro

Opposizioni all’attacco sul decreto Caivano: "Inerzia colpevole del Governo"

I Radicali rilanciano la battaglia: "Chiudere gli istituti per minori". FdI: lo Stato non fa passi indietro

Sabato sera al Beccaria è andata in scena la quinta rivolta in quattro mesi

Quella dell’Osapp, sindacato autonomo della Pentenziaria che suggerisce di chiudere il Beccaria, potrebbe anche essere una provocazione, ma non lo è sicuramente la posizione espressa dai Radicali: "Da anni chiediamo la chiusura dei minorili e torneremo a Milano nelle prossime settimane per chiederla nuovamente. Non è possibile assistere ogni giorno a questa continua violazione dei diritti umani", dichiara il tesoriere Filippo Blengino, secondo il quale "le continue rivolte, diventate drammaticamente ordinarie" rappresentano "la cronaca di un fallimento annunciato, quello di uno Stato incapace di garantire condizioni umane. Manca tutto: educatori, personale, attività rieducative. Durante le nostre visite di agosto, abbiamo riscontrato una situazione avvilente: ragazzi con evidenti tagli sulle braccia, un disagio psichico fuori controllo, atti di autolesionismo ripetuti. Questi sono i nostri istituti: mentre il Governo ragiona con serenità su riforme aleatorie e compassate, in carcere si muore".

La replica arriva a stretto giro dal deputato milanese di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato: "Nessun passo indietro da parte dello Stato rispetto alle rivolte del Beccaria. Cedere a queste, come vorrebbero i radicali che ne chiedono la chiusura, vorrebbe dire dare ragione alla delinquenza minorile come ha fatto il centrosinistra per oltre dieci anni. Il risultato su Milano lo abbiamo visto tutti e non pare dei migliori. Ai giovani va ora dato un segnale chiaro, chi sbaglia paga".

Ma le opposizioni al Governo Meloni sono già sul piede di guerra, e si uniscono al coro dei sindacati della Polizia penitenziaria che chiedono un intervento del Governo. "Mentre il centrodestra ancora esulta per l’approvazione di un decreto che non produce alcun miglioramento delle tragiche condizioni delle carceri, questo è il segnale di un sistema carcerario al collasso che si regge in piedi solo grazie all’intervento di un personale sottodimensionato, costretto a turni massacranti di lavoro, la cui incolumità è in pericolo tutti i giorni", tuona Ivan Scalfarotto, capogruppo di Italia viva in Commissione Giustizia al Senato, esprimendo "la mia solidarietà e vicinanza al personale di polizia penitenziaria che, nell’inerzia del governo, fa fronte come può alla drammatica situazione. Lo abbiamo detto con chiarezza nelle scorse settimane. È evidente a tutti che c’è bisogno urgente di provvedimenti che producano un’immediata deflazione del numero dei detenuti. Se questa emergenza non viene risolta, ormai è chiaro, è perché scientemente si vuole tenerla in piedi".

"L’ennesima esplosione di violenza all’interno dell’istituto Beccaria è la dimostrazione della incapacità del governo ad affrontare una situazione da lui stesso creata – aggiunge il senatore milanese Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo Pd a Palazzo Madama –. Il decreto “Caivano“ ha aumentato il numero di minori reclusi senza alcun adeguamento delle strutture e del personale, in particolare degli educatori. Si lascia che negli istituti per minori restino detenuti fino ai 25 anni. La vicenda del Beccaria, che è in emergenza da mesi, mostra un’inerzia colpevole del governo e l’incapacità ad affrontare i problemi".

Gi.Bo.