
Dal Politecnico e dalla Statale i primi quattro laureati in Bioinformatics for computational genomics, corso di laurea magistrale in inglese. "I laureati sono in grado di affrontare autonomamente le problematiche derivanti dalle moderne scienze biomolecolari quali genomica, trascrittomica, epigenomica e biologia dei sistemi – sottolinea Giulio Pavesi, docente di Bioinformatica al dipartimento di Bioscienze dell’università Statale e coordinatore del corso –. Una figura professionale di questo tipo è molto richiesta nell’ambito della ricerca pubblica, privata, di base e applicata, e i nuovi laureati potranno soddisfare la domanda crescente prevista per i prossimi anni, anche alla luce delle realtà che saranno sviluppate nell’area di Milano, prima tra tutte lo Human Technopole".
"Ho scelto questo percorso perché mi è sempre piaciuta l’informatica e questi studi mi hanno permesso di applicarla a qualcosa che ritengo davvero utile – spiega il ventiquattrenne Carlo Cipriani, uno dei primi laureati insieme a Roberto Albanese, Francesco Gazzo e Chiara Palen –. Guardando al futuro voglio continuare con la ricerca e dare un contributo alla società perché in questo ambito con le nuove tecnologie si possono fare ricerche e scoperte che prima erano impensabili". Un esempio? "Ogni essere umano è unico, le malattie hanno delle basi comuni ma poi vi sono delle specificità a seconda degli individui – continua Cipriani –. Con questa laurea potremmo contare su terapie fatte a misura per ogni persona". Il corso ha coinvolto sia laureati in discipline computazionali, come i laureati triennali in ingegneria, sia laureati in discipline biologiche e biotecnologiche, con un primo semestre diversificato. " È il primo in Italia e uno dei pochissimi in Europa e nel mondo a formare ‘data scientists’ con un profilo multidisciplinare, sempre più richiesti nel mondo del lavoro", rimarca Marco Masseroli, docente di Bioinformatica del Politecnico e vicecoordinatore del corso.
Federico Dedori