SIMONA BALLATORE
Cronaca

I mondi senza fine di Gigi Pedroli: incisore, cantastorie e scultore. La sua scuola vive con gli allievi

Una mostra per celebrare il maestro scomparso a dicembre. E in bottega continuano i corsi. Il nipote: "Esaudiremo il suo desiderio. La sua casa artistica, che compie 50 anni, resterà aperta".

Gigi Pedroli accanto al 'suo' Naviglio

Gigi Pedroli accanto al 'suo' Naviglio

Gigi Pedroli ha pensato alla sua creatura, il Centro dell’Incisione affacciato sull’Alzaia Naviglio Grande, fino all’ultimo respiro. Se n’è andato a dicembre, all’età di 92 anni.

"Parlava dei progetti ancora incompiuti, voleva continuare a lavorare – conferma il nipote, Alessandro –. Ma il suo desiderio più grande era portare avanti la realtà che aveva creato con Gabriella", sua moglie e compagna d’arte e di vita. Entrambi erano stati premiati con l’Ambrogino d’oro nel 2022 per quel gioiello che quest’anno compirà mezzo secolo.

Nel frattempo la sua Milano, che ha raccontato con l’acquaforte ma anche con la chitarra, dedica una prima mostra personale a “I mondi di Gigi Pedroli“. Sarà inaugurata mercoledì alle 18, nell’Ex Fornace dell’Alzaia Naviglio Pavese 16, un luogo diventato simbolo della cultura e dell’arte nel quartiere. La si potrà ammirare gratuitamente fino al 4 marzo.

A idearla Galleria&Friends, la rete delle Antiche Botteghe di Milano e Lombardia, e la famiglia Pedroli con il Municipio 6. Una celebrazione della vita di Gigi Pedroli attraverso una selezione di incisioni, dipinti, sculture e ceramiche. Tra le opere, “Il giocattolo“, con un bimbo che tiene un aereo in mano mentre un verde-grigio militaresco permea l’atmosfera e “Il paradiso di Milano“, che ha voluto racchiudere nel Duomo. Al centro della mostra c’è l’opera dedicata a Giacomo Matteotti e realizzata da Pedroli pochi mesi prima della sua scomparsa: decise di donarla al Municipio 6, nell’ambito del progetto “Le Antiche Botteghe per Giacomo Matteotti” promosso da Galleria&Friends a novembre. Per lui era un tributo alla memoria storica e ai valori di giustizia e libertà.

Pedroli amava l’incisione, ne era un maestro: ha formato allievi anno dopo anno per evitare che i segreti di quest’arte andassero persi. "Il dipinto ti dà gioia immediata, l’incisione è una sorpresa, una cura estrema del dettaglio", ci aveva raccontato aprendo il suo laboratorio e mostrandoci strumenti, fasi di lavoro e di cura e quel talento che aveva scoperto di avere a 13 anni, in collegio, quando scambiava i suoi disegni per un panino di crusca. "La sua scuola va avanti, un corso dopo l’altro – sottolinea Alessandro Pedroli –: nella bella stagione si aggiungono ogni anno dai dieci ai venti allievi". Ed è un allievo storico - Marco Cattaneo - a far da maestro oggi a giovani e meno giovani che si vogliono avvicinare a quest’arte. Durante l’anno fanno capolino anche le scuole, dalle elementari alle medie, che partecipano ai laboratori e che vengono accolte da Gabriella, direttrice del Centro dell’incisione e da Alessandro, che si occupa della stamperia, come faceva suo papà Davide. "Gigi ci ha lasciato questa bolla di cultura – spiega il nipote –, qui è riuscito ad avvicinare negli anni tante belle persone appassionate, gli Amici del Centro dell’Incisione. Quando spiegava aveva il potere di affascinare tutti e la gente tornava a distanza di anni, ricordando le sue parole".

Per il suo novantesimo compleanno si era regalato un autoritratto, con la chitarra di mano, la stessa con la quale cantava in meneghino i ritratti dei personaggi che incontrava lungo i Navigli. Ne aveva collezionati 77 in tre Cd, sotto il titolo ‘Le mie storie lombarde’. Ci sono “El cartunista“, il Sauro (un senzatetto che per dormire indossava un pigiama in flanella) e la Mariucia, “el meridiunal”, l’acquarellista, “el predicatùr”. Ha cantato il “Natal sul navili” e i “Navili in seca”. "Incisore, pittore, scultore, ceramista, cantastorie, musicista e performer, ha lasciato un’eredità artistica unica, caratterizzata dalla continua esplorazione della figura umana e dal profondo legame con la natura e la città di Milano", ribadiscono i promotori della mostra, che ricordano anche come incentivasse il dialogo artistico tra le generazioni.

Con questa iniziativa il Municipio 6 "vuole rendere omaggio non solo a un artista straordinario, ma anche a un uomo che ha dedicato la propria vita a Milano e alla sua comunità culturale". A maggio verrà organizzata un’altra mostra, all’interno della sua “casa artistica“, dedicata anche ai 50 anni del centro: "Ogni giorno ci sembra di avere Gigi qui e andiamo avanti seguendo la sua direzione. Il suo desiderio più grande era che il Centro dell’Incisione continuasse a vivere: è quello che faremo".