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"I meridionali? Sono inferiori..." Sulle parole di Feltri ora decide il gip

Il direttore di Libero si era espresso così in tv . Un gruppo di legali campani si oppone all’archiviazione

Vittorio Feltri

L’"inferiorità" dei meridionali non finisce, almeno per ora, in archivio. "Io credo che i meridionali in molti casi siano inferiori" disse il direttore di Libero Vittorio Feltri su Rete 4 lo scorso aprile, a conclusione di un suo stringente ragionamento. E in Procura arrivò almeno una decina di denunce contro di lui per istigazione all’odio “territoriale“. Il pm aveva chiesto l’archiviazione del caso ma c’è stata opposizione e quindi l’ultima parola toccherà a un giudice.

Era partito, Feltri, dalla possibilità che il presidente campano Vincenzo De Luca chiudesse i confini della sua regione; si era chiesto chi mai potesse avere in mente, tra i lombardi, di trasferirsi in Campania ("... a fare cosa? I posteggiatori abusivi?") e si era risposto da solo che le critiche alla Lombardia per l’emergenza sanitaria derivavano da "invidia o rabbia nei nostri confronti" da parte di non lombardi, gente che "subisce una sorta di compesso di inferiorità". "Io non credo ai complessi di inferiorità - aveva precisato a scanso di equivoci - io credo che i meridionali in molti casi siano inferiori".

Nella logica feltriana, non faceva una grinza. Però in molti, dal Tevere in giù, si erano risentiti, chissà perché. Fra loro il deputato e giornalista Sandro Ruotolo, lo scrittore Maurizio De Giovanni, un gruppo di legali napoletani, semplici cittadini. Erano partite le denunce contro il giornalista bergamasco. Il pm Leonardo Lesti, pur ritenendo "non di poco peso e moralmente deprecabili" le parole di Feltri, ha chiesto un mese fa di archiviare il caso perché privo di "rilevanza penale". Quelle espresse dal direttore di Libero sarebbero parole non idonee a "determinare il concreto pericolo di comportamenti discriminatori" come invece la Cassazionepretende perché si possa parlare di reato. Per il magistrato, le eleganti esternazioni di Feltri restano semplici manifestazioni di pensiero anche se "caratterizzate da antipatia e insofferenza ovvero confinate nell’ignoranza tipica dei preconcetti e dei luoghi comuni".

Né l’accusa potrebbe contestare la “diffamazione“, visto che il giornalista si è limitato a sparare nel mucchio dei meridionali. Un gruppo di presunti "inferiori", però, non convinto si è opposto alla richiesta di archiviazione e ora l’ultima parola spetterà al giudice delle indagini preliminari.

Mario Consani