I liceali battono ChatGpt "Traducono molto meglio"

La sfida di Scuola Europa con gli arbitri della Civica Altiero Spinelli. L’intelligenza artificiale ha commesso 44 errori, loro soltanto quattro.

I liceali battono ChatGpt  "Traducono molto meglio"

I liceali battono ChatGpt "Traducono molto meglio"

di Simona Ballatore

Traduce il latino, "e anche benino", zoppica in chimica e cita una poesia che non esiste, intitolata “All’isolato“: così alla vigilia del primo stop a ChatGpt in Italia, studenti e docenti interpellati da Il Giorno stendevano la pagella del chatbot basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico, sviluppato da OpenAI. Da quando è stato “liberato“, promettendo più trasparenza e più diritti agli utenti europei, è continuamente messo alla prova. Ieri sono stati venti studenti di un liceo linguistico milanese a “rimandarlo“ a settembre. I ragazzi di Scuola Europa, istituto paritario in zona Porta Venezia, hanno “battuto” ChatGpt in una gara a colpi di traduzione dall’inglese all’italiano commettendo l’89% in meno di errori. Al vaglio di intelligenza umana e artificiale sono finiti tre testi diversissimi l’uno dall’altro per linguaggio, complessità, registro e contenuti: “The Schooner ‘Flight’“ del Premio Nobel Derek Walcott, un episodio della seconda stagione di Futurama, “The deep South“, e un Ted Talk della sociologa Jennifer Eberhardt sul tema dei pregiudizi razziali. Come ogni sfida che si rispetti serviva un arbitro: è stata così ingaggiata una giuria composta da professori della Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli, che ha corretto e confrontato i compiti.

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"Abbiamo deciso di lanciare questa sfida ai ragazzi delle classi quarte per dare loro modo di confrontarsi direttamente con uno strumento che fa parte con prepotenza della loro quotidianità ma che vivono o con troppa diffidenza o, all’opposto, con troppa fiducia", dice Roberta Ginese, preside del liceo linguistico. Di esperimento si è trattato, per fare capire "la funzione della tecnologia all’interno di un percorso didattico" ma anche i punti di forza degli studenti rispetto alla stessa tecnologia. Che migliora, è vero. Che impara dai suoi stessi errori (come si spera facciano gli studenti). Ma che non può sostituire spirito critico e creatività.

La partita si è chiusa con un 5 errori a 44 su due testi. Mentre la poesia è stata rifiutata da ChatGpt per la presenza di termini offensivi per alcune categorie di persone. "L’algoritmo – spiega Astrid Bernasconi, docente di inglese dell’istituto - non è ancora in grado di sopperire ad enormi lacune di lettura del contesto e di interpretazione di modi di dire o di concetti astratti. La vera soddisfazione per noi docenti è stata riscontrare nei ragazzi, al termine della sfida, l’assimilazione di un concetto semplicissimo: l’IA può essere sì un valido supporto allo studio, ma non può sostituire le loro capacità di comprensione, analisi e astrazione".

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