Violenze di capodanno. I giovani accusati di stupro chiedono gli arresti domiciliari

Oggi la decisione del Riesame. La procura si è opposta, i giudici si sono riservati

Abdallah Bouguedra, 21enne arrestato per le violenze di gruppo la notte di Capodanno in pi

Abdallah Bouguedra, 21enne arrestato per le violenze di gruppo la notte di Capodanno in pi

Milano - È attesa per i prossimi giorni, forse già oggi, la decisione del tribunale del Riesame sulla richiesta degli arresti domiciliari avanzata, tramite il suo legale, da Abdallah Bouguedra, 21enne di Torino in carcere dal 12 gennaio con l’accusa di rapina e violenza sessuale di gruppo nell’inchiesta sulle aggressioni e abusi di almeno 11 vittime in cinque episodi distinti avvenuti in piazza Duomo nella notte dello scorso Capodanno. I giudici, davanti ai quali si è tenuta l’udienza per discutere del ricorso presentato dal giovane, si sono riservati. Il suo difensore, Stefano Comellini, ha evidenziato che le pesanti molestie nei confronti della 19enne aggredita all’angolo con via Mazzini "siano tutte da accertare. A nostro avviso c’è una ricostruzione incerta della vicenda e il video non dice nulla sulla partecipazione" di Bouguedra che ha sempre negato ogni addebito.

Il legale ha comunque chiesto al collegio gli arresti domiciliari sostenendo che le indagini possono proseguire anche se il ragazzo viene scarcerato. A casa, comunque, "verrà controllato dai suoi familiari, persone oneste e corrette. Lui, inoltre, non è uno sbandato o un balordo". Ovviamente la Procura si è opposta e, per sostenere l’accusa, ha prodotto la testimonianza dell’amica della 19enne, la quale pochi giorni fa ha riconosciuto Bouguedra come uno del gruppo di presunti violentatori. E le indagini continuano su questa linea.

Le vittime delle aggressioni (nove in totale, tra cui le due tedesche) sono state sentite in Procura o in videoconferenza. Gli investigatori della Squadra mobile insieme ai colleghi della polizia Scientifica, hanno utilizzato anche sofisticati sistemi di tracciamento come un software facciale (Sari), in particolare per comparare i volti riconoscibili dalle telecamere stradali e di sicurezza con quelle dei social su cui alcuni dei ragazzi avevano fatto commenti il giorno dopo, e con l’Afis (il sistema di identificazione delle forze dell’ordine) per quelli con precedenti.

 

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