REDAZIONE MILANO

Hotel, camere più care del 71,4% in un anno

Un balzo a due cifre percentuali nel giro di un anno. Un incremento che, seppur tra qualche eccesso, certifica una volta di più il progressivo ritorno alla Milano post-Expo e pre-pandemia, irrinunciabile meta turistica (anche a costo di fronteggiare conti salatissimi) e metropoli moltiplicatrice di eventi per antonomasia. L’ultimo dato, tra i tanti, che fotografa l’avvenuto cambio di marcia (certo non piacevole se declinato in termini di aumento dei prezzi), arriva da uno studio dell’Unione nazionale consumatore, che ha analizzato i costi dei servizi di alloggio e ristorazione elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di giugno. In dodici mesi, sostiene il report, un soggiorno in un hotel o in un bed&breakfast all’ombra della Madonnina costa il 71,4% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, percentuale lontanissima dal 18% di media nazionale. Al secondo posto, staccata, c’è Firenze, che ha fatto registrare un’impennata del 35,7%, mentre l’ultimo gradino del podio è occupato da Siena, con un aumento del 30,4 per cento.

Milano non compare, invece, nella graduatoria delle città che hanno fatto registrare rincari record per ristoranti, pizzerie e gelaterie, guidata da Verona (+9,1%). "È normale che quando sale la domanda i prezzi salgano – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori – ma c’è un limite al comune senso del pudore oltre il quale aumentare in questo modo i prezzi significa volersi approfittare di un evento importante per tartassare chi vuole partecipare a quella manifestazione".