
Il panetto di hashish sequestrato
Milano, 10 maggio 2019 - «Donde hay moto, carro, dinero y ropa de marca...», la frase sul foglietto. Di fianco, la foto di chi quelle parole le ha pronunciate: Pablo Escobar. Singolare scoperta ieri notte in via Casoretto per gli agenti del commissariato Sempione, che hanno trovato la faccia del notissimo narcotrafficante colombiano sul panetto da 120 grammi di hashish sequestrato al pusher 21enne Davide L.; in casa, il ragazzo aveva pure cocaina e bilancini. La vicenda ha inizio alle 20.45, quando i poliziotti della Volante del commissariato, diretto dal vicequestore Anna Laruccia, si presentano a casa di Massimo G., 40enne appena uscito da San Vittore e messo ai domiciliari (misura alla quale era già sottoposto prima che si facesse arrestare di nuovo per spaccio): è un controllo di iniziativa, gli investigatori vogliono accertarsi che l’uomo sia davvero in casa, in via Valtellina. Insieme a lui ci sono la madre, la fidanzata e il 21enne: «Lui è mio cugino», dice il 40enne, tranquillo e collaborativo.
Il giovane, invece, è nervoso, anche perché si è accorto che gli agenti lo stanno osservando con insistenza: a insospettire i due poliziotti è in particolare un rigonfiamento nei pantaloni della tuta indossati dal 21enne. Che, messo alle strette, confessa di aver nascosto nelle mutande un sacchetto contenente quasi 150 grammi di cocaina. Non basta: Davide L., con precedenti per rapina (da minorenne), rissa e furto, riferisce di avere altra droga a casa. Così, dopo aver accertato che nell’abitazione di via Valtellina non ci sia altro stupefacente e aver contattato la centrale operativa per chiedere l’ausilio di altre pattuglie, gli agenti della Sempione bis si recano con il 21enne in via Casoretto: lì, in effetti, trovano altre 5 confezioni di coca (40 grammi) e il panetto di hashish con l’inconfondibile volto di Escobar, senza dimenticare due bilancini di precisione e 175 euro in contanti. Arrestato per detenzione ai fini di spaccio, il 21enne è stato processato ieri mattina per direttissima; l’ipotesi investigativa è che si sia recato in via Valtellina per rifornire di droga il 40enne, tossicodipendente conclamato. Anche quest’ultimo rischia di tornare in cella, visto che tra le prescrizioni del magistrato di sorveglianza c’era quella di non frequentare pregiudicati.